L’appuntamento di questo mese, nel viaggio che ci aiuta a scoprire più approfonditamente gli Inner Development Goals, è con la 'presenza' che nel framework viene definita "Capacità di essere nel qui e ora, senza giudizio e in uno stato di presenza totale".
Elemento centrale del primo ambito del nostro Framework, l’Essere, la 'presenza' punta al nocciolo e all’essenza della crescita dell’essere umano e ci sembra cruciale per poter affrontare la vita in sé. Presenza è vita; come scrive Mark Horowitz - studioso, coach e consulente americano - è “Il potere elegante di semplicemente essere”. La Vita, con la V maiuscola, si esprime in ciascun individuo vivente e l’essere presenti significa “avere il potere di essere”.
La presenza è l’opposto di una speculazione intellettuale, è l’essere nel mondo, qui e ora, con tutto il corpo, la mente, l’energia personale, la Vita, appunto, con la V maiuscola.
In un'epoca caratterizzata dalla costante accelerazione, l’obiettivo della presenza dunque emerge come un faro che guida nella complessità della nostra esistenza. Questo concetto, centrale negli Inner Development Goals (IDGs), rappresenta il nucleo intimo della nostra crescita individuale.
La Filosofia della Presenza
L'essenza della presenza è stata approfondita, attraverso le epoche, da filosofi come Martin Heidegger, che esplorò il concetto di "essere nel mondo" e di “ esser-presente in una cosa presente”, la condizione cosciente e attiva dell' “Io coinvolto nel mondo”, sottolineando questa caratteristica come elemento distintivo della natura umana.
Le pratiche delle filosofie orientali, radicate nelle antiche tradizioni buddiste, inoltre, insegnano da millenni ad abbracciare la consapevolezza del qui e ora. La presenza è un atto di autenticità e connessione profonda con la realtà.
In questo quadro, comprendiamo perché gli Inner Development Goals danno grande rilevanza a questo tema, è proprio alla luce del fatto che la presenza è riconosciuta come una dimensione chiave dell’essere umano e della sua crescita.
Natura è presenza
Rivolgendosi alla Natura troviamo la maestria potente di questa dimensione.
La Natura è presenza per definizione, è il luogo della Vita e in cui la Vita fluisce come parte del tutto.
Osservando le cime delle montagne che resistono impassibili alle intemperie, impariamo che la stabilità ne è una forma.
I flutti dell'oceano, senza resistenza, ci mostrano la fluidità di essere nel flusso della vita.
La Natura, in ogni sua manifestazione, invita all'osservazione senza giudizio, un elemento chiave della presenza.
Lo sa il ghepardo quando attende fiducioso di sferrare il suo salto felino verso la gazzella; la zebra che ascolta e percepisce il fruscio di ogni filo d’erba; l’albero che risponde a ogni variazione di luce e temperatura in un continuo scambio tra interno e esterno; lo sa il ragno che, vigile nella tela, attende la sua prossima preda. Non c’è ieri, non c’è domani, la percezione dell’attimo è tutto ciò che accade.
I quattro elementi – terra, acqua, aria e fuoco – quindi incarnano la presenza in modi distinti.
La terra, con la sua solidità, ci insegna la forza della presenza stabile.
L'acqua, fluendo senza sforzo, è una danza continua nel momento, sempre diversa e apparentemente uguale.
L'aria, libera e aperta, richiama all'essenza di essere presenti senza confini.
Il fuoco, con la sua intensità luminosa, è una metafora dell'energia vitale che brilla quando si è completamente nell’attimo.
Questi elementi diventano specchio della nostra stessa esistenza, riflettendo la presenza intrinseca che permea il tessuto dell'universo.
Coltivare la Dimensione della Presenza: il senso
Nella società contemporanea e nei contesti organizzativi, saturi di distrazioni digitali e richieste incessanti, coltivare la dimensione della presenza richiede un impegno consapevole.
Cosa ci spinge a farlo? Qual è il senso di questo impegno?
L’essere umano è davvero se stesso quando è presente, quando esce dalla modalità 'di default' (stimolo-risposta, velocità, automatismo), prende in mano ciò che sta vivendo e agisce in modo consapevole, facendo scelte guidate dalla propria volontà cosciente.
Sono scelte che hanno origine dalla propria 'fonte' di vita, come ci aiuta a comprendere Otto Scharmer - importante studioso e professore del MIT di Boston - con la sua Theory U.
Nel gruppo e nell’organizzazione, essere presente significa osservare e ascoltare profondamente se stess* e gli altr* nella nostra pienezza, fatta di corpo, pensiero, emozione e tanto altro.
Significa farsi carico delle proprie responsabilità individuali e non solo di ruolo.
Significa, nelle relazioni, abbandonare il giudizio e la sovrastruttura organizzativa per andare all’essenza, alla connessione tra esseri umani.
Significa guardare all’altro nel qui e ora e focalizzarsi sulle azioni possibili.
Cominciando a fare un passo indietro e osservando il sistema senza esserne risucchiat*, possiamo davvero applicare questa meravigliosa qualità umana alla nostra quotidianità.
Quante volte abbiamo fatto una scelta perché “il sistema vuole che si faccia così”?
Oppure sentiamo che le nostre soluzioni sono 'di routine' o di comodo proprio per evitare di entrare in dinamiche complesse?
Rinunciamo a parlare o a entrare in connessione con una persona perché sentiamo il vincolo dei ruoli oppure perché riteniamo non ci sia tempo?
Ogni volta che prendiamo queste scorciatoie perdiamo l’occasione per esercitare la nostra autenticità, la nostra essenza umana e la nostra presenza vitale.
Ci sganciamo dal momento e ci lasciamo vivere da forze fuori da noi.
E’ il sistema che prevale sull’individuo, è la rinuncia, lo scoraggiamento, la frustrazione.
Essere abituati a coltivare la presenza ci aiuta a usare una modalità di interazione diversa, determinata da un intento chiaro, e ci aiuta a compiere scelte tanto coraggiose quanto umane.
Coltivare la Dimensione della Presenza: gli strumenti
La meditazione, con la sua pratica di centrare l'attenzione sul respiro e sul corpo, diventa un veicolo per sintonizzarsi con il momento.
La consapevolezza e l’attenzione volontaria, applicata alle azioni quotidiane, ci aiutano a sganciarci dal passato e dal futuro, permettendoci l’immersione completa nell’ esperienza del presente.
La connessione con la Natura in luoghi tranquilli o i momenti di contemplazione all'aria aperta, diventano un ponte vitale per ristabilire la presenza autentica.
Vivere questi momenti con consapevolezza significa entrare nel contatto con l’elemento naturale: osservarlo, toccarlo, sentirne il profumo, attivare tutti i sensi in un’esperienza attiva e intenzionale.
E’ il momento di 'essere' soltanto, di immergersi nel silenzio, del restare e assaporare l’attimo.
In questi istanti il nostro sé si espande, si integra, coglie intuitivamente ogni piccolo messaggio.
La Natura, nel momento, parla al nostro essere nel mondo. E’ un onore ascoltarla.
Questo allenamento facilita così l’esercizio della presenza in ogni momento: nelle relazioni, nel raggiungimento di obiettivi, nel disegno di strategie e nell’innovazione.
Il contatto con il 'qui e ora' apre la strada all’intuizione e al pensiero critico scevro da pregiudizi, perché ci rende consapevoli dei nostri stessi pensieri limitanti o dei nostri bias, ci aiuta ad avere coscienza di ciò che proviamo e delle informazioni che le nostre emozioni ci portano, ci aiuta a essere l’ “Io coinvolto nel mondo”.
La Presenza come Chiave per un Essere Soddisfacente
In chiusura, riconosciamo che abbracciare la presenza diventa cruciale nel nostro percorso di sviluppo interiore e nella 'messa a terra' a livello organizzativo e sociale.
Gli IDGs ci spingono a oltrepassare il velo delle superficiali conquiste esterne e a immergerci nelle profondità della nostra interiorità, come passo essenziale prima dell’azione.
La presenza, intessuta nei dettagli della vita quotidiana, diventa la chiave per aprire la porta a una vita appagante e significativa in connessione con il Tutto e per fare delle organizzazioni davvero dei luoghi di raggiungimento della realizzazione personale e collettiva.