Highlights dal Festival 2022

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Anche quest’anno Bottega Filosofica ha partecipato con gioia al Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASVIS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, proponendo e organizzando tre incontri in cui fossero sperimentabili quelle modalità filosofiche, riflessive e creative che ci piacciono di più. Abbiamo quindi ‘delicatamente’ facilitato il dialogo generativo tra partecipanti a partire da alcuni spunti testuali e da alcune domande.

A riguardare gli appunti delle tre serate, a guardarli tutti insieme, è un bel colpo d'occhio.

Numerosi e molteplici i contributi e gli spunti per ulteriori riflessioni.

E, pensando all’esperienza condotta, è sempre interessante vedere come, partendo da analoghe sollecitazioni, il dialogo tra i presenti si avvii poi su sentieri diversi e faccia emergere ricchezze sempre diverse.

E’ l’effetto di quella autentica ‘comunità di ricerca e di pratica’ che si viene a costituire naturalmente tra i partecipanti, la bellezza dello strumento che proponiamo. E' davvero poco comune - ci ha detto più di un ospite  - trovarsi a ragionare su temi così rilevanti - in un senso ampio per la comunità ma pragmatico e immediato per ogni persona presente - e farlo senza giudizio, all'interno di un contenitore in cui ci si sente sicuri e, quindi, si può essere se stessi.  

I ‘testi pretesto’

Ovvero quelli che abbiamo proposto per innescare conversazioni profonde su come costruire una nuova comprensione, un nuovo modo di pensare il 'cosa fare' nel business – e non solo -, un modo radicalmente diverso da quello adottato finora dai più.  Un modo nel quale scienza, economia ed ecologia non siano separate ma costituiscano un intero. 

Cercando di mettere a fuoco, insieme agli occasionali compagni di viaggio incontrati all’evento, quali scelte sono necessarie per imboccare coraggiosamente le nuove strade, per 'mettere in pratica' un nuovo 'modo di vedere' il mondo e i sistemi nella loro interezza e per intraprendere azioni capaci di 'tenere insieme' il business, l’ambiente e le persone. 

Ecco i testi

Il primo è tratto da “Holonomics, il pianeta e le persone a centro dell’economia”, il libro che, di recente, abbiamo contribuito a diffondere in Italia e che propone una certa visione del mondo che sostiene una certa visione d'impresa.

Siamo all’alba di una nuova era in cui dobbiamo cercare l’unità nella diversità, il quadro d’insieme nelle singole parti, il macrocosmo nel microcosmo, la grande visione nei piccoli dettagli […] La nostra concezione dell’economia deve abbracciare una comprensione dell’interezza della natura e dei sistemi economici in tutta la loro complessità, e l’unico modo possibile per farlo è adottare un pensiero ‘olonomico’” da Holonomics. 

Holonomics è un testo complesso, perché parla di complessità. Ed è difficile ‘ridurlo’ a una cosa piccola, perché se non si fa tutto il percorso di ragionamento proposto non arriva al suo senso complessivo e neanche a comprendere il Senso del fare business all’interno di una visione olistica. 

Ma sarebbe un libro già prezioso anche solo perché ci mostra, in maniera difficilmente confutabile perché un'organizzazione si comporta come un organismo e non come un meccanismo – quello che l’organizzazione scientifica del lavoro e il modello di sviluppo capitalistico ci hanno portato a pensare – e perché una tale consapevolezza sia in grado di cambiare tutto, la visione, le fonti di ispirazione, le regole del gioco, gli obiettivi …

Il secondo spunto testuale è tratto da “La Buona Impresa” un booklet in cui Michele Alessi sintetizza le motivazioni e gli outcome di tutto il lavoro (promosso dalla Fondazione Buon Lavoro di cui è fondatore e presidente) di elaborazione dell’omonimo Modello come strumento di gestione dell’impresa sostenibile – e per antonomasia della Società Benefit- e di autovalutazione e rendicontazione del suo operato. Per noi di Bottega Filosofica, che abbiamo contribuito ad elaborarlo, una specie di Bibbia per il nostro essere impresa e per il nostro lavoro di consulenti e coach.

“Un’impresa, se persegue in modo responsabile i propri fini, se ricerca coscienziosamente il proprio bene, produce al tempo stesso il bene del contesto in cui è inserita […] Bisognerebbe recuperare la buona natura dell’impresa, che si sviluppa in ragione della propria capacità di servire: non solo l’azionista, ma la società nel suo complesso; non solo in relazione alla dimensione economica, ma rispondendo a una molteplicità di bisogni” da La Buona Impresa 

Ci fa piacere condividere qualcosa da ciascun incontro.

Milano

L’ncontro è stato organizzato in collaborazione con Green Planner SB, GoodPoint SB e Way2Global SB e ha costituito anche l’occasione per presentare l’"Agenda GreenPlanner 2023" nella giornata internazionale degli Insegnanti.

Per questo un focus è stato fatto sull’educazione, evidente già dal titolo “Dietro a ogni buona impresa, c’è una buona formazione. Il concetto di Holonomics

Noi di Bottega Filosofica da sempre ci occupiamo di apprendimento, e l’apprendimento è vita.

Apprendimento consapevole, educazione  e quindi... formazione del sé.

Quando parliamo di sostenibilità  - che è un concetto molto ampio - vediamo chiaramente come la sostenibilità parta dal singolo. Vivere una vita sostenibile vuol dire poter contribuire a rendere sostenibile la vita degli altri e la vita del Mondo... 

La serata ha visto tutti i partecipanti prima impegnati nell’ascolto di diversi contributi, tra i quali quello di Chiara Guizzetti (CIA, CFE, CCSA) della Federazione per l'Economia del Bene Comune in Italia, e si è nutrita di tante conversazioni centrate su: 

buona impresa

sviluppo del bene comune.

Noi abbiamo dato il nostro contributo alla riflessione, facilitando, con la metodologia del World Café una conversazione generativa fra i partecipanti, alimentata dalla forza dell'intelligenza collettiva.

 Queste le domande che abbiamo offerto al dialogo:

  • Cosa mi colpisce di quello che ho sentito stasera e perché? Come ha risuonato dentro di me? 
  • Quali dure verità bisogna dirsi? In che modo contribuisco io a generare risultati che non desidero?
  • Quale piccolo passo, per me sostenibile, posso fare dar vita al cambiamento che desidero avvenga nel mondo?

E gli  'host' dei tavoli hanno sottolineato come le conversazioni (tra sconosciuti, spesso, e tra persone molto diverse) siano state ricche e appassionate, con condivisioni spontanee.

La nostra sintesi:    

Ogni piccolo passo è un atto educativo, per le comunità a cui apparteniamo... 

Testimonia ciò che si può fare e ciò che non si deve fare... educa i sistemi a cui apparteniamo... 

Firenze

Qui l’incontro, più centrato sull’impresa è stato organizzato in collaborazione con Qu.in e Jobbando. Il titolo era “Holonomics e buona impresa: come fare l’impresa sostenibile per tutti”.

Anche qui abbiamo utilizzato il metodo del World Café che è stato molto apprezzato dai partecipanti.

Non avendolo mai sperimentato prima, hanno toccato con mano che trovarsi in un ‘contenitore inclusivo’ condividendo l’intento di godere di una conversazione autentica nutrita da una sincera curiosità per l’Altro, favorisca la naturale sospensione del giudizio e l’apertura fiduciosa all’ascolto dei pensieri e delle esperienze diverse dalle nostre.

Dopo una breve illustrazione dei contenuti di Holonomics e di La Buona Impresa e la lettura dei nostri testi pretesto, le domande che abbiamo proposto sono state:

  • Osservando la tua organizzazione, quali ‘modi del conoscere’ sembrano prevalenti? Quali vantaggi danno e quali svantaggi? 
  • Come cambierebbe la tua organizzazione adottando un approccio olonomico e il modello della buona impresa? Da cosa si potrebbe cominciare? 
  • Quale contributo potresti dare tu? Volendo agire, qual è la prima cosa che farai? 

Le persone presenti ci hanno restituito di aver partecipato con curiosità ed empatia, aprendo simbolicamente le porte delle proprie organizzazioni, della propria mente e del proprio cuore, per condividere difficoltà e ambizioni, sfide e soluzioni.

E di aver vissuto l’evento come un primo momento di incontro e confronto, desiderose di proseguire nel tempo, per contribuire concretamente alla costruzione di un ecosistema sostenibile.

Parole chiave maggiormente presenti nei feedback condivisi al termine dell’incontro:

  • Passione
  • Persona
  • Fiducia
  • Investimento
  • Urgenza.

Roma

E infine l’incontro di Roma, come sempre un po’ speciale. Sarà il nostro giardino, che da più di 15 anni, ospita conversazioni profonde e riflessioni condivise, sarà il clima ancora da serata estiva, sta di fatto che siamo andati subito 'dentro' la filosofia di Holonomics che diverse persone, tra quelle presenti avevano letto.

Abbiamo così condiviso che i concetti chiave del libro sono quelli di interezza e interdipendenza. Guardando al mondo e alle organizzazioni senza preconcetti o pregiudizi, è più facile rendersi conto che la realtà è costituita da sistemi interdipendenti e appare evidente che i mondi della scienza, dell’economia, dell’ecologia non sono mondi differenti a sé stanti, sono lo stesso mondo.

Si tratta allora di integrare le diverse prospettive per guardare ai sistemi (agli ecosistemi) in maniera olistica: vedere sempre l’intero insieme alle parti, sullo stesso piano, vedere le interazioni tra le parti scoprendo che, in tutti i casi, si tratta di sistemi viventi che si comportano come organismi, secondo le leggi della Natura.

Il libro fonda e racconta la visione di economia e impresa che prende forma in questa filosofia e nella consapevolezza conseguibile adottando un diverso ‘modo di vedere’. Se diventiamo in grado di vedere contemporaneamente l'intero e le parti e di utilizzare i diversi modi del conoscere – razionalità, intuizione, percezione ed emozioni -  in maniera integrata, vediamo l’impresa come sistema e siamo capaci di dare valore a tutte le componenti: stakeholder, persone, tutte le parti. Questo cambia completamente la cornice in cui andiamo ad agire.

Diventa così possibile realizzare una economia in cui non c'è primato dell’economia su ambiente e/o comunità, tutti sono ugualmente e contemporaneamente importanti, tutti contemporaneamente costituiscono una finalità.


Il Modello della Buona Impresa può essere visto come una via italiana alla stakeholder economy.

Perseguire l’armonia tra gli interessi di tutti gli stakeholder, tra cui, prima di tutti, lavoratori, fornitori, clienti… genera un circolo virtuoso. L’impresa in grado di tenere in equilibrio dinamico gli interessi dei finanziatori, dei clienti e dei lavoratori e fornitori, che si incontrino in una logica di bene comune, produce certamente un impatto che non può essere che positivo per la comunità e per l’ambiente.

Una certa visione del mondo – quella olistica - sostiene una certa visione dell’economia – che diventa olonomia - e dell’impresa.

Holonomics più che un modello offre una ‘chiave di lettura’, una lente attraverso la quale guardare alle imprese, che ci mette in grado di riconoscere l’impresa veramente sostenibile, capace di tenere nella giusta considerazione contemporamente sé come ‘intero’ e tutte le parti che la compongono e che sono presenti nell’ecosistema nel quale l’impresa agisce.

Ecco che le storie che vengono raccontate non sono storie di imprese che hanno adottato un modello da fuori e in maniera ‘opportunistica’ ma imprese che ‘da dentro’ sentono di far parte di qualcosa di più grande e di voler contribuire alla prosperità dell’intero ecosistema.

Le imprese citate in Holonomics, ad esempio, non sono come sono perché hanno letto il libro e lo hanno ‘applicato’. Al contrario, però, leggendo il libro è possibile per ogni persona trovare negli esempi una prova che ‘si può fare’. 

E, come sottolineava qualcuno, è necessario mantenere l’impegno al pragmatismo, perché la filosofia, attraverso le pratiche, gli strumenti, le griglie di interpretazione dei fenomeni, sia radicata poi nell’organizzazione così che tutte le persone partecipino attivamente e appassionatamente all’attuazione, soprattutto nel caso delle piccole imprese. 

Adottare un approccio olonomico al business e realizzare una Buona Impresa richiedono però una vera ‘conversione’ intesa non solo come movimento di natura fisica ma soprattutto come movimento ‘spirituale’. E ognuno ha la sua strada peculiare alla conversione. Allora libri e testimonianze non si propongono di convertire ma, piuttosto, di favorire dei ‘click’, degli ‘ah-ah moment’ dai quali prenda le mosse una nuova storia d’impresa, un’impresa sostenibile e generatrice di valore per tutti.

Un ultima sottolineature: l'importanza di fare partire bene le nuove generazioni, cittadini, persone del futuro, consapevoli che i cambiamenti di mentalità e approccio hanno bisogno di tempi più lunghi, per i quali vale la pena investire e - nel frattempo, nel nostro immediato - fare la nostra parte.