La presenza nel team

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La qualità degli IDGs che abbiamo scelto per questo mese è Presenza, ovvero la “capacità di essere nel qui e ora, senza giudizio e in uno stato di presenza aperta”.

Una capacità preziosa da sviluppare a livello individuale per godere a pieno i momenti e le esperienze della vita, per rimanere in connessione con il proprio io profondo, arricchirsi delle unicità delle altre persone e delle loro prospettive.


Come sviluppa la presenza il team


Guardando ai team con la lente degli IDGs, stiamo esplorando e sperimentando come si genera e si alimenta la presenza del team, inteso come soggetto che nasce dall'interazione tra le persone che ne fanno parte e che, pertanto, può - crediamo - sviluppare una propria ‘presenza’ che vada oltre le singole condizioni individuali.


La progressione


Perché il team sviluppi una propria presenza è necessario che ogni membro sia nel ‘qui e ora’ e che viva questa condizione sentendo tutto ciò che accade dentro di sé e anche tutto ciò che è fuori, percependo la presenza altrui e accogliendola in sé nella sua specificità.

È, come sempre, un percorso inside-out, con un interno abbastanza solido da potersi aprire a un esterno progressivamente più grande, fino ad abbracciare il team nella sua interezza in un ‘luogo’ e un ‘momento’ condivisi.

Ci sono diversi modi con i quali accompagniamo i team in queste circostanze; e la scelta dipende dal grado di maturità del team, ovvero da quanto tempo esiste, su quali basi è costruito (valori, consonanza, similitudini, competenze, obiettivi), quanto è già consapevole della propria essenza unitaria (e unica) aldilà della somma delle individualità.

Recentemente, abbiamo affrontato questa sfida con un team in cui le relazioni tra i membri sono complicate da una serie di ‘impliciti’ e di ‘non detti’.

Ciò che appare a un primo sguardo è una grande armonia (dovuta anche a legami umani).

Ma appena abbiamo scavato un po' di più sono emerse insoddisfazioni, incomprensioni e timori.


Vivere il momento in (e con) tutti i sensi


La presenza, in queste situazioni, è molto utile perché permette di spegnere la voce interiore che rimugina sul passato e si preoccupa del futuro, per concentrare le energie sul momento che si sta vivendo e condividendo.

Iniziamo quindi facendo concentrare ogni persona sul proprio momento, inteso nel doppio significato di istante presente e di impulso al movimento.

Movimento, in questo caso, verso gli altri membri del team in una logica di apertura e di inclusione finalizzata alla co-creazione.

Ecco allora che il ‘qui e ora’ da individuale diventa collettivo, della squadra.

In questo percorso risultano efficaci metodologie che coinvolgano l'individuo e il gruppo contemporaneamente a livello cognitivo, emotivo e fisico, attivando non solo il pensiero ma anche i sensi.

Queste metodologie stimolano l'attivazione dell'intelligenza collettiva che diventa l'intelligenza del team, che sperimenta la sua presenza e la sviluppa generando un impatto che si aggiunge agli impatti individuali dei suoi membri e ne aumenta esponenzialmente gli effetti.

È come il torrente che confluisce nel fiume che confluisce nel mare.

Guardando il mare sappiamo come si è costituito, ma vediamo il mare e lo consideriamo nella sua nuova apparenza e consistenza, nella sua nuova vita, e presenza.

Può accadere che tornando alla quotidianità, questa presenza condivisa sfumi – e si torni torrente e fiume – ma, avendola sperimentata, è sempre possibile riattivarla e diventare di nuovo mare.