D&I, passione e stile di vita. La ‘formula’ Pluribus

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Myriam Ines Giangiacomo, founder e CEO di Bottega Filosofica, inrervista Isabelle Pujol, founder e CEO di Pluribus Europe.

Pluribus Global è una società che ha scelto Diversità e Inclusione come suo core — o ancora meglio unico — business. Farlo è complesso, non avviene in una notte e non c’è una ricetta magica. Si tratta, piuttosto, di sfidare, ogni giorno, i propri modelli mentali.

Myriam Ines: Cara Isabelle, come nasce il tuo interesse per il tema della Diversità e Inclusione (D&I) e cresce fino a farne Pluribus Europe (ora Pluribus Global, ndr), una società che opera oggi a livello globale?

Isabelle: è una passione che nasce da un’esperienza personale, dal come mi sono sentita più volte da bambina e poi da ragazza, essendomi trovata a Parigi proveniente dal nord Africa, seppure di origine e di lingua francese, per il trasferimento della mia famiglia a seguito dei cambiamenti avvenuti in quei Paesi negli anni ‘60/’70.

Una passione che è stata poi nutrita dall’esperienza, questa volta positiva, del valore nel senso di arricchimento dato alla diversità culturale nel contesto in cui mi sono trovata durante i miei studi negli Stati Uniti. Ho poi sperimentato e promosso la D&I nelle diverse esperienze di lavoro successive, di cui la più importante è stata quella in British Petroleum (BP) in cui sono stata per anni responsabile della funzione D&I.

Un’altra esperienza forte è stata la scoperta del programma internazionale CIYO - Coming Into Your Own, un programma internazionale di sviluppo della leadership delle donne che ha aggiunto alla passione per il tema il coraggio di pensare possibile creare una società che facesse della Diversità e Inclusione il suo core, il suo unico, business per poterne sostenere con forza e autorevolezza la pratica e la diffusione nel mondo in un modo che fosse efficace, sistemico e innovativo.

MI: La tua Pluribus è nata 14 anni fa ed è la società con alla quale Bottega Filosofica guarda come modello al quale ispirarsi oltre ad esserne partner per l’Italia. Cos’ha Pluribus di speciale?

Isabelle: Sin dal primo momento, sin dalla fondazione di Pluribus ho voluto fortemente vivere la sua missione, incarnarla, all’interno dell’azienda, farne proprio un modello di business perché credo fermamente che per diffondere il pensiero e la pratica dell’inclusione bisogna darne in prima persona testimonianza. La mia missione e la missione di Pluribus è quella di supportare gli individui, i team e le organizzazioni nel creare e sviluppare un ambiente in cui ciascuno si senta accolto, ascoltato, valorizzato, rispettato e incluso in maniera tale da poter completamente realizzare le proprie le proprie aspirazioni e mostraree valorizzare pienamente il proprio potenziale. Quindi anche il network delle facilitatrici e dei facilitatori che operano all’interno di Pluribus doveva essere in linea,’ risuonare’ con questa missione e incarnare gli stessi valori.

Nessuno di noi, infatti, è ‘insegnante’ di Diversità e Inclusione ma piuttosto siamo role model di diversità e inclusione e la nostra vita è un continuo viaggio in cui impariamo e sfidiamo noi stessi in questo campo. L’umiltà è certamente una delle qualità necessarie, indispensabili , per proporre e promuovere la Diversità e l’Inclusione e noi abbiamo bisogno dell’umiltà per riconoscere che lavorare con team diversi e costruire l’inclusione è qualcosa di complesso che non avviene in una notte e per la non c’è una ricetta magica. Si tratta, piuttosto, di sfidare i nostri modelli mentali in maniera significativa, sfidare i nostri pregiudizi e stereotipi e capire come ci influenzano in maniera implicita o esplicita.

Umiltà vuol dire sapere che noi non siamo perfetti, che le organizzazioni, i luoghi di lavoro non sono perfetti e che, nonostante questo, noi comunque siamo capaci, siamo sufficientemente capaci per imparare su noi stessi, sui nostri preconcetti e sui nostri punti di forza. Per questo possiamo sempre fare meglio e le nostre organizzazioni evolvere. Come mostra la ricerca scientifica, tutto ciò che ci connota è prevalentemente inconscio, per questo riconoscere i nostri pregiudizi, sapere che, come tutti, ne abbiamo e che anche noi, in qualche modo facciamo discriminazioni, ci fa essere più umili e mantiene viva la nostra voglia di imparare e di approfondire la conoscenza di noi stessi.

Questo rende il lavoro che facciamo proprio molto personale e intimo. È un lavoro che invita all’auto riflessione, a mostrarsi vulnerabili, ad avere coraggio ed essere autentici. È un lavoro che può far fare un profondo ‘shift’ agli individui e alle organizzazioni.

Io credo che il network Pluribus sia davvero un laboratorio di diversità e inclusione. Con più di 50 persone dappertutto nel mondo e più di 16 lingue parlate, uomini e donne differenti per generazioni, culture, background, religioni, noi stiamo davvero sperimentando, imparando e crescendo insieme. Per questo, come facilitatrici e facilitatori di Diversità e Inclusione, noi abbiamo bisogno di incarnare davvero alcuni valori chiave rispetto ai quali essere congruenti: la fiducia, la trasparenza, la generosità, il rispetto e l’inclusione.

Fiducia l’uno nell’altro a livello personale e fiducia nelle nostre capacità come professionisti. Fiducia, inoltre, nella possibilità di creare insieme il cambiamento necessario perché la pratica dell’inclusione sia sempre maggiore. E da ultimo, ma non ultimo, fiducia nei progetti che emergono dovunque e in qualunque modo quando riceviamo una richiesta di fornire il nostro supporto.

Trasparenza nel modo in cui comunichiamo tra di noi sia sui temi personali che su quelli professionali ma anche trasparenza nei contatti con chiunque altro e verso i nostri clienti. Noi intenzionalmente pratichiamo la trasparenza nel nostro processo remunerativo così ciascuno può sentirsi pienamente parte del processo. Generosità nel modo in cui comunichiamo e impariamo l’uno dall’altro, generosità nel condividere in maniera responsabile i nostri benefit.

Rispetto per l’unicità di ciascuna persona che dia il suo contributo. Anche questo è fondamentale e intrecciato nella comprensione profondamente sentita del fatto che ciascuno di noi ha un impatto nel favorire e realizzare il cambiamento positivo il Mondo sta chiedendo.

lnclusione vuol dire essere visti e ascoltati per quello che siamo, in maniera naturale senza maschere, capitalizzando ottimizzando ciò che ciascuno può portare.

MI: E quindi, come funziona Pluribus?

Isabelle: Tutto questo si traduce nei diversi ruoli che giochiamo all’interno del network. Questi ruoli sono vari e vanno da chi sviluppa il business e chi è account, facilitatore o elabora la strategia, agli sviluppatori dei percorsi e anche al backoffice e al supporto finanziario. Molti di noi indossano doppi e tripli cappelli.

Tutti siamo professionisti indipendenti e con grande esperienza che lavorano da soli o in collaborazione con altre organizzazioni. Siamo tutti ‘glocal’ (global e local), pensiamo globale e agiamo a livello locale. È il nostro mindset. Così qualcuno lavora prevalentemente in un in un Paese, altri lavorano in diversi Paesi nei vari continenti e nelle varie lingue. Insieme possiamo sviluppare e fare esperienza della bellezza e della sfida costituita da un nuovo modello economico possibile, basato sulla responsabilità individuale per se stessi e per il benessere dell’intera organizzazione, sia questo per noi o per uno dei nostri clienti.

Io faccio del mio meglio per rinforzare questa comunità di pratica e continuare a guardare a come questo questo laboratorio ha un impatto nelle nostre vite e vedere come possiamo ispirare gli altri ancora di più. Insieme possiamo fare in modo che questo accada!

Isabelle Pujol è founder e CEO di Pluribus Global, e autrice del libro che raccoglie parte della ricchezza dell’esperienza, dal titolo “Inclusion Around The Clock: Celebrating Diversity & Inclusion With Pluribus”, ed Panoma Press, 2017.