Quarto incontro dell’ IDGs Hub di Bottega Filosofica, nel quale - come sempre in presenza a Milano e a Roma e online - abbiamo esplorato la dimensione Collaborare (Collaborating), ovvero lo sviluppo delle "nostre capacità di includere, dare spazio e comunicare con interlocutori che hanno valori, abilità e competenze diverse".
Noi diremmo co-operare
Chi ci conosce e ci segue, sa che a collaborare preferiamo la co-operare, nel senso di portare il proprio migliore contributo per supportare il gruppo e raggiungere il miglior risultato possibile. Per questa ragione, abbiamo aperto gli incontri chiedendo alle persone cosa portassero di sé nel gruppo.
Ecco alcune delle risposte:
- cura
- energia del cambiamento
- l'inaspettato
- il piacere dell'esserci
- fiducia
E poi tanti ascolto, curiosità, attenzione (nel senso di presenza consapevole) e voglia di confronto.
Praticare la fiducia
Fiducia è proprio una delle capacità in che se nella dimensione Collaborare, nel duplice significato di provarla e di generarla e mantenerla all'interno delle relazioni.
Sappiamo che la fiducia è un elemento essenziale perché tutte le persone in un gruppo si sentano libere di essere autenticamente se stesse , di portare il proprio contributo unico di idee, esperienze, emozioni e proposte che favoriscono la co- creazione (altra abilità della dimensione) di soluzioni efficaci e sostenibili.
Ecco perché - anche tenendo conto delle ulteriori capacità e competenze di comunicazione e inclusione della dimensione - abbiamo scelto di sperimentare la fiducia con la pratica del Coaching Circle.
Cos'è e come funziona il Coaching Circle
È una pratica - sviluppata all'interno dei principi della Teoria U del Presencing Institute (MIT Boston) - per consentire a tutte e tutti i partecipanti di generare nuove prospettive e sviluppare nuovi approcci per rispondere a una sfida o a una questione.
All'interno di un gruppo di pari, e con un processo guidato, un membro presenta una propria questione attuale e concreta, rispetto alla quale ha un ruolo strategico ma non riesce a vedere chiaramente come attuarlo.
La sfida per chi presenta il proprio caso è chiaramente fidarsi che il gruppo non giudicherà e che sarà in grado di dare un supporto concreto.
La sfida per il coaching circle è ancora più alta.
Al gruppo di pari è infatti richiesto di:
- ascoltare in modo profondo ed empatico
- astenersi dal presentare soluzioni e portare esperienze personali
- condividere con fiducia emozioni, immagini, metafore, suoni, gesti emersi durante l'ascolto.
Compito del coaching circle non è risolvere il problema ma creare un 'gioco di specchi' attraverso i quali il /la case giver possa guardare la propria questione e sè da prospettive differenti.
La 'magia' del coaching circle è che ciò che viene evocato genera nuovi sguardi - rispetto a proprie questioni - anche agli altri membri del gruppo.
Le reazioni
Il Coaching Circle è un'esperienza sempre unica ed emozionante alla quale le persone -indipendentemente dal ruolo - hanno reagito così:
- gratitudine sincera e profonda
- meraviglia
- gioia
- speranza
- leggerezza
- coraggio
- generosità
- senso di inclusione
- potenza
- ispirazione a mobilitarsi