L’ultima dimensione del Framework IDG (Inner Development Goals – Obiettivi di Sviluppo Interiore), quella che esploriamo questa volta è quella dell’Agire, guidare il Cambiamento.
Perché “Qualità come il coraggio e l'ottimismo ci aiutano ad acquisire un vero potere, a rompere vecchi schemi, a generare idee originali e ad agire con perseveranza in tempi incerti”.
Qui avviene la trasformazione: il passaggio dalla riflessione interiore e dalle intenzioni all’azione concreta e responsabile, individuale e collettiva.
L’Agire è la quinta e ultima dimensione del Framework IDG (Inner Development Goals – Obiettivi di Sviluppo Interiore), e rappresenta in un certo senso la sintesi incarnata delle altre quattro.
Se l’Essere ci radica, il Pensare ci orienta, il Relazionarsi ci connette e il Collaborare ci rende capaci di operare insieme, l’Agire è il momento in cui tutto questo si traduce in movimento, scelta, trasformazione.
Ma di che tipo di azione parliamo? Non certo di una frenesia produttiva né di un attivismo cieco. L’Agire a cui il framework fa riferimento è un agire intenzionale, consapevole, sistemico, radicato in una visione più ampia e capace di generare impatto positivo anche in contesti complessi e incerti.
Per conoscere
La dimensione dell’Agire è il livello in cui le idee si fanno realtà, e le intenzioni trovano espressione nel mondo. Non si tratta di semplice ‘fare di più’, ma di ‘agire meglio’, con maggiore consapevolezza, senso etico e capacità di generare un impatto positivo su se stessi, sugli altri e sulla società.
L’agire per gli IDG rappresenta un invito a diventare agenti di cambiamento consapevoli:
- essere capaci di rompere l’inerzia delle abitudini, di superare il timore dell’errore, di non arrendersi davanti agli ostacoli
- tradurre in micro-azioni quotidiane i valori in cui si crede, anche solo cambiando una piccola routine personale o portando una nuova idea all’interno del proprio team di lavoro
- esercitare la leadership non solo 'verso gli altri', ma prima di tutto su sé stessi, rendendo concreto ogni giorno un seme di trasformazione.
Secondo il framework IDG, l’Agire si fonda su alcune qualità fondamentali:
- Coraggio: la forza di assumersi la responsabilità del cambiamento. Il coraggio di andare oltre la zona di comfort, affrontare le proprie paure (anche quelle ‘sociali’, come l’esprimere idee fuori dal coro), di osare strade mai percorse
- Ottimismo: la fiducia nella possibilità di costruire soluzioni anche quando i risultati non sono immediati. È il carburante che sostiene l’impegno di lungo periodo
- Creatività: saper immaginare alternative, generare nuove soluzioni, sperimentare approcci diversi di fronte a vecchi problemi
- Perseveranza la tenacia nel perseguire obiettivi di valore, anche quando la fatica si fa sentire o i risultati tardano ad arrivare. Saper rialzarsi dopo un errore o una battuta d’arresto
Tutti elementi indispensabili per influenzare positivamente gli altri non solo attraverso il comando, ma con il proprio esempio, con la gentilezza e la generosità del fare.
L’Agire richiede la disponibilità a fare esperienza dell’incertezza, a sperimentare piuttosto che aspettare di essere sicuri, a correre il rischio di sbagliare, a tornare indietro e ritentare. In questo senso, è una dimensione profondamente umana, che si nutre non solo di lucidità, ma anche di fiducia, speranza e significato.
L’ottimismo, in particolare, è una qualità spesso fraintesa o sottovalutata. In realtà, è una forza interiore che consente di sostenere la motivazione, di non cedere alla paralisi del pessimismo o al cinismo, di credere che le nostre azioni possano davvero avere un impatto. È uno sguardo che non nega la difficoltà, ma che riconosce – anche in mezzo alla crisi – l’esistenza di uno spazio per agire, per contribuire, per generare possibilità. È, in fondo, l’energia della speranza che si traduce in impegno.
È importante notare che, nel framework IDG, l’agire non è mai disgiunto dal senso. Non è mai disconnesso dal nostro Essere, dai nostri valori, dalla nostra presenza.
L’agire che qui si intende è coerente con la visione, con ciò che abbiamo compreso e sentito come vero, buono e utile. È un agire che cerca l’allineamento tra intenzione, parola e comportamento.
Spesso, nelle organizzazioni, si privilegia l’azione immediata, veloce, misurabile. Ma l’agire trasformativo richiede tempo, ascolto, responsabilità e visione.
Spesso si tratta di disattivare automatismi più che aggiungere nuove attività. O di smettere di agire da soli per iniziare a fare spazio al contributo altrui.
È anche questo il paradosso di questa dimensione: che l’azione veramente efficace è spesso quella che nasce dal silenzio interiore e dal contatto profondo con ciò che conta davvero.
Agire, allora, non significa solo eseguire. Significa scegliere. E significa, molto spesso, assumersi la responsabilità di dare inizio a qualcosa, di rispondere a una chiamata, anche quando non è popolare, comoda o garantita.
Significa anche generare movimento attorno a sé, facilitare il cambiamento, mobilitare energie, coinvolgere, costruire possibilità. In questo senso, l’Agire si connette strettamente alla leadership trasformativa, a quella capacità di guidare non perché si ha il potere, ma perché si è credibili, ispirati, coinvolti.
Il Framework IDG ci invita a coltivare l’Agire non come un atto impulsivo, ma come pratica matura e situata, capace di fare leva sul meglio di ciò che siamo e su quanto abbiamo maturato nelle altre quattro dimensioni.
E ci chiede, in un certo senso, di riconsegnare al mondo il frutto del nostro lavoro interiore, mettendolo in circolo, trasformandolo in azione generativa, sistemica, concreta.
È da questo tipo di agire che può nascere una vera transizione, personale e collettiva.
Le competenze dell’agire non sono innate, ma possono e devono essere allenate, sia individualmente sia a livello collettivo.
Agire, in questa prospettiva, significa:
- rendere tangibili i propri valori: passare dalla dichiarazione d’intenti alla coerenza quotidiana, anche in scelte minime
- promuovere micro-azioni di cambiamento: una piccola iniziativa può avere un effetto a cascata (effetto ‘domino’) su tutto il sistema organizzativo o su una comunità
- influenzare positivamente i contesti di lavoro, familiari e sociali: contribuendo attivamente a creare un clima emotivo e relazionale più aperto, creativo, responsabile
- allenare la resilienza e l’antifragilità attraverso l’azione: imparare dal fallimento, accettare la possibilità di sbagliare, chiedere feedback e migliorare. Saper vedere le potenzialità dentro le negatività e gli eventi avversi per non abbattersi ma anzi mettere in campo la creatività e l’energia trasformativa per ‘farne qualcosa di buono’.
Non è facile agire in modo intenzionale, soprattutto in contesti segnati da incertezza, cambiamento veloce e scarsità di tempo. Frequenti ostacoli all’Agire sono possono, quindi, essere:
- il timore del giudizio esterno
- la paura di non essere all’altezza o di fallire
- l’assuefazione all’abitudine e la tendenza a restare nella nostra zona di comfort
- la mancanza di senso e di motivazione profonda.
Il framework IDG aiuta a riconoscere questi blocchi, lavorando su autoconsapevolezza, allenamento progressivo delle competenze, pratica riflessiva sui risultati e valorizzando ogni piccolo passo verso il cambiamento.
Per riflettere
Per rafforzare la dimensione dell’Agire, puoi porti alcune domande chiave:
In che misura le mie azioni quotidiane riflettono ciò che considero davvero importante?
Quando sento che il mio agire è allineato con il mio essere?
Quali sono le occasioni, anche piccole, nelle quali passo dall’intenzione all’azione? Cosa hanno in comune?
Che rapporto ho con l’errore e con il rischio? Come influenzano la mia capacità di iniziare?
Quali paure mi trattengono dal provare qualcosa di nuovo?
Quali situazioni richiederebbero oggi un mio atto di coraggio?
Come reagisco quando devo uscire da schemi abituali o ‘inventare’ qualcosa di nuovo?
Quanto spazio do alla creatività nei momenti di scelta o difficoltà? Cosa sostiene quella creatività?
Riesco a vedere possibilità anche in contesti difficili o conflittuali?
Qual è il mio modo personale di alimentare speranza e visione positiva?
Cosa mi aiuta a ‘tenere la rotta’ nei momenti in cui le cose si fanno faticose?
In che modo posso sostenere me stesso/a e gli altri nel proseguire un cammino lungo?
Per agire
Allenare la dimensione dell’Agire significa creare occasioni per iniziare, osare, restare. Anche piccoli gesti quotidiani, se intenzionali e coerenti, possono aprire varchi importanti.
Uno dei principi cardine nei metodi IDG, infatti, è quello della progressività e sperimentazione: meglio una piccola azione concreta oggi che un grande sogno rimandato a domani.
Le micro-azioni (come proporre una soluzione in una riunione, cambiare una routine personale, dare il buon esempio nella collaborazione) servono ad allenare le competenze-chiave dell’Agire e a battere la paura del fallimento, rendendo l’apprendimento continuo e visibile.
Ecco alcuni suggerimenti per coltivare l’Agire a livello individuale.
Diario dell’azione autentica: per una settimana, annota ogni sera un’azione – anche piccola – che hai compiuto e che è stata coerente con ciò che conta per te. Dopo sette giorni, rileggi: cosa noti?
Mappa delle energie generative: disegna una mappa delle situazioni, relazioni, attività che ti danno energia creativa. Dove si concentrano? Come puoi coltivarle o rigenerarle?
Sperimentazione sicura: scegli un ambito (lavorativo o personale) in cui agire in modo nuovo. Crea lo spazio per un ‘esperimento protetto’ – un comportamento nuovo, un passo non abituale – e osserva cosa accade in te e intorno a te.
Alleanze per l’azione: cerca una persona o un gruppo con cui condividere il tuo intento di agire su un tema importante. Dichiarare il proprio impegno e ricevere supporto rende più facile iniziare e continuare.
Se l’azione individuale è fondamentale, la dimensione dell’Agire negli IDG trova pieno compimento nel gruppo e quindi sarà di impatto significativo:
- coinvolgere il tuo team in progetti di miglioramento, ad esempio scegliere una routine o attività consolidata e provare a modificarla con piccoli gesti di coraggio o creatività condivisi o anche condividere le idea di miglioramento dei membri del team e provare a praticare quella di un collega che sembra ai più ‘fuori dal coro’
- osservare e notare ogni settimana una micro-azione che ha fatto la differenza per il gruppo
- celebrare i successi e trasformare le criticità in opportunità di apprendimento collettivo
- invitare il tuo gruppo a costruire insieme un’iniziativa collettiva, anche minima, che rispecchi i principi dell’Agire consapevole
- promuovere la corresponsabilità (ownership) e la cultura del feedback circolare.
L’agire condiviso genera senso di appartenenza, motivazione collettiva, aumenta la resilienza dei sistemi e favorisce la trasformazione anche in ambiti complessi. È qui che la dimensione dell’Agire si dimostra il vero cuore pulsante di una leadership sostenibile.
Conclusione
La dimensione dell’Agire non è solo il momento terminale del percorso IDG, ma la piena attuazione dell’interiorità, della riflessione, della relazione e della collaborazione. È attraverso l’azione consapevole, progressiva, motivata che possiamo diventare realmente agenti di cambiamento, creando un impatto positivo che diventa contagioso e duraturo.
L’Agire, quindi, è il motore del cambiamento autentico: dalla persona, alle organizzazioni, alla società intera.
Per approfondire
Otto Scharmer, Teoria U. I fondamentali. Principi e applicazioni, Guerini Next, 2018
Otto Scharmer offre in queste pagine una guida concisa e accessibile alla sua Teoria U, una delle metodologie più apprezzate nel change management contemporaneo. In un panorama segnato da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità come possiamo imparare effettivamente dalle situazioni di crisi e co-progettare soluzioni efficaci.