Sostenibilità, il piacere è nel Buen Vivir

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Spesso la sostenibilità è associata - talvolta inconsapevolmente - a una perdita di piacere, una diminuzione del nostro livello di benessere. Lo sguardo degli antichi così come quello di culture non occidentali e non capitalistiche ci mostrano una alternativa convincente e decisamente attuale nel modo in cui intendere e desiderare il piacere. 

Il piacere nella filosofia

Il piacere è un tema centrale nella filosofia occidentale, esplorato da diversi autori nel corso dei secoli. Dalla Grecia antica fino alle riflessioni e conversazioni contemporanee, il concetto di piacere ha assunto molteplici forme e significati, influenzando la morale, l'etica e la comprensione della vita umana.

Il concetto di piacere nell'antichità

Una delle scuole di pensiero dell’antichità più significative riguardo al piacere è quella epicurea fondata dal filosofo Epicuro nel IV secolo a.C..

Epicuro sosteneva che il piacere fosse il bene supremo e il fine ultimo della vita.

Tuttavia, contrariamente a una visione edonistica e superficiale – l’abituale luogo comune con cui si attribuisce significato alla parola ‘epicureo’ -, Epicuro enfatizzava un tipo di piacere che fosse sostenibile e legato alla moderazione.

Per lui, il piacere più grande deriva da esperienze semplici, come l'amicizia, la contemplazione e il godimento della natura.

Epicuro, inoltre, distingue tra piaceri momentanei e piaceri duraturi, suggerendo che la ricerca della tranquillità e dell'assenza di dolore (aponia) siano essenziali per una vita felice.

Per Aristotele, invece, il piacere, sebbene sia un elemento importante della vita umana, deve essere compreso nel contesto della virtù e della ricerca della felicità.

Non tutti i piaceri sono uguali, e la loro qualità è determinata dalla relazione che hanno con le azioni virtuose.

La felicità, quindi, è il risultato di una vita vissuta secondo virtù, in cui il piacere si presenta come una conseguenza naturale e desiderabile  ma può essere mai considerato fine a se stesso.

Infine i filosofi stoici, come ad esempio Epitteto, Seneca e Marco Aurelio, adottarono una visione critica del piacere.

Epitteto raccomandava di controllare i desideri e le passioni, accettando con indifferenza ciò che non dipende da noi, per trovare la felicità nella virtù e nel dominio di sé.

Il piacere, quindi va vissuto con moderazione, senza lasciarsi dominare dalle emozioni.

La vera felicità, infatti, deriva dalla virtù e dal controllo delle passioni, piuttosto che dalla ricerca del piacere. Anzi, questo è spesso visto come un ostacolo alla virtù e alla saggezza.

Il piacere nell'Età moderna e contemporanea

Nell'Età moderna, il discorso sul piacere riemerge come oggetto di riflessione specialmente nelle correnti dell’edonismo e dell'utilitarismo.

Nell’edonismo, rappresentato da autori come Jeremy Bentham e John Stuart Mill, il piacere e l'assenza di dolore sono visti come criteri fondamentali per valutare le azioni e le politiche.

Bentham, in particolare, affermò il principio della massimizzazione del piacere per il maggior numero di persone, creando una base per l'etica utilitarista.

Mill, però, distinse tra piaceri di qualità superiore e piaceri di qualità inferiore, sostenendo che i piaceri intellettuali e culturali sono superiori a quelli puramente fisici.

Questa distinzione ha portato a una comprensione più ricca del piacere, riconoscendo che non tutti i piaceri sono uguali e che la qualità dell'esperienza conta quanto la quantità.

Il piacere nel mondo contemporaneo

Il concetto di piacere nel mondo contemporaneo è caratterizzato da una serie di trasformazioni influenzate dalla cultura del consumo, dalla tecnologia e dalle dinamiche sociali.

Nella società contemporanea, il piacere è spesso associato al consumo di beni e servizi.

La cultura del consumismo promuove l'idea che il piacere possa essere costantemente conseguito attraverso l'acquisto di nuovi prodotti.

Questo porta a una ricerca di piaceri immediati, dove la soddisfazione è temporanea e spesso effimera.

Le persone tendono a cercare esperienze che offrano gratificazione immediata, come cibi, viaggi e intrattenimento, piuttosto che piaceri più duraturi e significativi e ad avere, talvolta, un atteggiamento simile anche nei confronti delle relazioni interpersonali.

Inoltre l’accelerazione del nostro tempo ha portato a una diminuzione della pazienza e della capacità di aspettare e incontrare persone che pensino che "l'attesa del piacere è essa stessa piacere" sono sempre più rare.

Il modello consumistico è costruito sull’alimentare negli individui uno stato di insoddisfazione permanente ma, come è evidente se ci fermiamo un attimo a osservare ciò che accade, la continua sostituzione di desideri e interessi rende difficile provare un senso di realizzazione duraturo.

Etica del Piacere

La riflessione filosofica contemporanea sul piacere si concentra anche sull'etica del piacere.

Ermanno Bencivenga, ad esempio, nel suo libro “Il piacere. Indagine filosofica“ evidenzia che il piacere non è solo un'esperienza individuale, ma deve essere considerato in relazione alla nostra comune umanità.

Incoraggia, quindi, una vita che sia non solo gratificante, ma anche significativa e responsabile promuovendo un'etica del piacere che consideri il benessere collettivo e la sostenibilità.

Questo è il legame forte della riflessione sul concetto di piacere con i nostri temi ‘classici’ della sostenibilità e del benessere. La tradizione culturale alla quale voglio attingere oggi, però, mi è un po’ meno abituale.

Infatti, pensando a come guardare al piacere nella sua relazione con la sostenibilità mi è tornata in mente la filosofia del “Buen Vivir”, che avevo incontrato molti anni fa e poi ‘dimenticato’. 

Buen Vivir, cosa significa?

Il concetto di “buen vivir” - vivere bene - è profondamente radicato nelle filosofie indigene dell'America Latina, in particolare tra i popoli Quechua e Aymara. Rappresenta un approccio olistico alla vita che enfatizza l'armonia, la comunità e una profonda connessione con la natura.

E' immediatamente evidente come questa filosofia entri significativamente in contrasto con le nozioni occidentali di individualismo e consumismo, promuovendo invece un benessere collettivo che dà priorità all'equilibrio ecologico e all'equità sociale.

L'essenza del Buen Vivir

Il buen vivir trascende le misure economiche del successo, sostenendo una vita ricca di dimensioni culturali, spirituali e ambientali.

Il termine stesso può essere tradotto come 'buona vita', ma le sue implicazioni sono molto più ampie, comprendendo una visione della vita in cui gli esseri umani perseguono uno stato di equilibrio con il loro ambiente, promuovendo relazioni che siano rispettose e nutrienti.

Questo è racchiuso nella concezione indigena di Pachamama, o Madre Terra, che sottolinea l'interconnessione di tutte le forme di vita e le responsabilità che gli esseri umani hanno nei confronti della terra e degli altri.

Il concetto di buen vivir, inoltre ci porta a ridefinire il piacere in vari modi, proponendo un approccio che si discosta dalle tradizionali visioni occidentali che, come già detto, sono prevalentemente individualistiche e consumistiche.

Principi chiave del Buen Vivir

I principi del buen vivir sono semplici e alla portata di tutti ma a noi figli del pensiero occidentale richiedono una sorta di ‘conversione’. Esploriamoli brevemente.

Collettivismo vs individualismo: il buen vivir enfatizza i diritti collettivi rispetto alla proprietà individuale e 'sfida' la nozione capitalista di proprietà, suggerendo che gli esseri umani siano custodi della terra piuttosto che suoi proprietari.
Questa prospettiva promuove una responsabilità condivisa per le risorse naturali e incoraggia pratiche economiche cooperative che beneficiano l'intera comunità.

Armonia ecologica: centrale al buen vivir è l'idea di vivere in armonia con la natura. Ciò comporta pratiche sostenibili che proteggono l'ambiente e promuovono la biodiversità.
La sua filosofia sostiene uno stile di vita che minimizza l'impatto ecologico e rispetta i cicli della natura, in netto contrasto con i modelli economici estrattivi che danno priorità ai guadagni a breve termine rispetto alla sostenibilità a lungo termine.

Appagamento culturale e spirituale: il buen vivir riconosce l'importanza dell'identità culturale e del benessere spirituale.
Incoraggia gli individui a impegnarsi a proteggere e valorizzare il proprio patrimonio culturale e a trovare gioia e significato in attività comunitarie, pratiche tradizionali e connessioni spirituali con la terra. Questa visione olistica del benessere integra dimensioni emotive e spirituali, spesso trascurate nei paradigmi occidentali.

Buen Vivir e piacere

Esploriamo ora meglio la relazione tra buen vivir e piacere.

Mentre le visioni tradizionali occidentali spesso equiparano il piacere al consumo e alla gratificazione individuale, il buen vivir offre una comprensione ridefinita del piacere che è comunitario ed ecologicamente consapevole.

Nel quadro del buen vivir, il piacere è derivato da esperienze collettive piuttosto che da consumi individuali.

Celebrazioni, pasti condivisi e lavoro cooperativo sono visti come fonti di gioia che rafforzano i legami sociali e favoriscono un senso di appartenenza.

Questo piacere collettivo è radicato nell'idea che la felicità personale sia intrecciata con il benessere della comunità.

Anche impegnarsi nel vivere profondamente la relazione con la natura è una fonte significativa di piacere nella filosofia del buen vivir.

Attività come l'agricoltura, la raccolta e la partecipazione al ripristino ecologico non sono solo pratiche, ma offrono anche una profonda soddisfazione e realizzazione.

Questa connessione con la terra favorisce un senso di gratitudine e rispetto per le risorse naturali, rafforzando l'idea che il vero piacere derivi dal vivere in armonia con l'ambiente piuttosto che dallo sfruttarlo.

Il buen vivir promuove uno stile di vita che cerca un divertimento che sia sostenibile ovvero il trovare piacere attraverso pratiche semplici e non materialistiche che non danneggiano l'ambiente.

Il buen vivir, allora, invita a riscoprire i piaceri essenziali e autentici, come quelli derivanti dalla convivialità, dalla contemplazione della natura e dalle pratiche culturali, che sono primari per il benessere umano e che spesso vengono trascurati nella frenesia del consumismo che, invece, porta all'accumulo di beni materiali, al degrado ambientale e alla disconnessione sociale.

Il concetto di piacere nel buen vivir è anche strettamente legato alla giustizia sociale.

La ricerca del piacere non deve avvenire a scapito degli altri, ma deve essere inclusiva e equa.

Ciò significa che il benessere di ogni individuo è interconnesso con quello della comunità, e il piacere deve essere accessibile a tutti, senza discriminazioni.

Questa visione contrasta con l'idea occidentale di successo individuale, che facilmente può portare a disuguaglianze e sfruttamento.

Infine, il buen vivir promuove l'educazione e la consapevolezza come strumenti per comprendere e apprezzare il piacere in modo più profondo.

Questo implica un processo di apprendimento che incoraggia le persone a riflettere sulle loro scelte e sul loro impatto sulle comunità e sull'ambiente.

La consapevolezza aiuta a riconoscere che il vero piacere deriva da esperienze significative e relazioni autentiche, piuttosto che da beni materiali.

Implicazioni per il futuro

In un mondo sempre più segnato da crisi ambientali e sociali, il buen vivir offre un'alternativa alle tradizionali concezioni di piacere.

Mentre le società affrontano le conseguenze dell'industrializzazione e della globalizzazione, i principi del buen vivir possono servire da guida, illuminando percorsi verso futuri più equi e sostenibili.

Riconoscere il valore del buen vivir conduce a ripensare le nostre priorità e il modo in cui definiamo il piacere e la felicità invitandoci a riconsiderare il modo in cui viviamo e interagiamo, promuovendo un approccio più olistico e integrato al benessere umano.

La filosofia del buen vivir ci offre una prospettiva trasformativa sulla vita che sfida i paradigmi dominanti della modernità.

Dare priorità alla comunità, all'equilibrio ecologico e alla ricchezza immateriale, ridefinisce il piacere come un'esperienza condivisa e sostenibile piuttosto che come un prodotto del consumo individuale e incoraggia a cercare la realizzazione attraverso la connessione, il rispetto e l'armonia con la terra e tra di noi.