Praticare la filosofia può essere una risorsa nel momento di crisi sistemica che stiamo attraversando da qualche anno?
La nostra risposta è affermativa. Ora, quando sempre più persone - con maggiore o minore consapevolezza delle origini e del modo di manifestarsi della crisi stessa – si sentono di star sprofondando, la filosofia si mostra, sempre più frequentemente come una risorsa per gli individui, per le organizzazioni, per la comunità e per la società in genere.
Qualche anno lanciai il gioco di parole “philosophy’s cool” per ‘brandizzare’ le nostre proposte e i nostri contenuti di carattere maggiormente filosofico, utilizzando l'aggettivo 'cool' per costruire il suono della parola 'school' per richiamare alla mente le antiche scuole ellenistiche che erano scuole di vita e, per questo, praticavano, in gruppo, la filosofia.
Ma la filosofia è davvero anche 'cool’? Ovvero può essere percepita come attuale, interessante, attrattiva, utile?
Da sempre, quando mi definisco filosofa o accenno alla filosofia, mi imbatto in un pregiudizio negativo, più o meno esplicito. Nella maggior parte dei casi, la filosofia viene considerata qualcosa di astratto e piuttosto inutile. Per questo metto tanta passione nel presentarla, invece, come qualcosa di davvero essenziale, non un accessorio, né un vezzo.
Il problema, ho il sospetto, che non sia affatto la filosofia in sé, quanto piuttosto l’immagine che i filosofi stessi per primi trasmettono di sé e della filosofia. Il punto è come e dove ne parliamo, in quali termini, in quali contesti, quanto riusciamo a far percepire l’adozione di uno ‘sguardo filosofico’ come una pista efficace per esplorare questioni e rispondere a esigenze decisamente attuali.
La sfida della filosofia, e dei filosofi
La vera grande sfida, allora, consiste nel proporre la filosofia in maniera 'cool', riuscire cioè a parlare del pensiero - e dell’importanza del pensare bene per agire bene - con un linguaggio semplice e accattivante, ma non per questo approssimativo, impreciso o sciatto. Il segreto sta nel riuscire a parlare delle cose complesse in maniera interessante e alla portata di tutti.
Per noi filosofia è essere aperti alle novità e in costante ricerca, pronte a stupirsi, significa scegliere di stare in una posizione curiosa e dialogante e anche, aggiungerei, avere uno spirito avventuroso.
Oggi, per non sentirsi schiacciati, si può imparare a muoversi con una certa ‘disinvoltura’ nella complessità che si manifesta nelle situazioni meno comuni così come nel quotidiano. Per farlo sono indispensabili coraggio e visione.
Per la mia esperienza, tra tante, tre mi sembrano essere le cose fondamentali da curare:
- acquisire e mantenere una visione sistemica, sia dal punto di vista del tempo che dello spazio
- uscire un po’ dal nostro piccolo mondo e praticare costantemente il dialogo con gli altri ma anche con se stessi
- essere proiettati e proiettare la nostra situazione attuale, le nostre azioni, nel futuro - sapendone immaginare gli effetti possibili - per riguardare e ripensare meglio il presente.
Per esempio, visto da una certa distanza - se proiettiamo e immaginiamo qualcosa che ci affligge tra dieci anni o, al contrario, se ricordiamo ciò che ci affliggeva dieci anni fa - quello che oggi ci preoccupa assume le dimensioni di un microbo.
Gli stoici sostenevano che quando una situazione ci sembra troppo difficile o dolorosa è utile pensare di viverla istante per istante. L’istante infatti è un attimo che mentre lo pensiamo è già passato. Ridotto a una sequenza di attimi di presente, il problema che ci opprime scompare e diventa affrontabile. Il presente infatti è l’unica realtà.
Se poi riuscissimo a oltrepassare i confini del nostro ego, se abbandonassimo una prospettiva ego-centrica - o anche etno-centrica - e provassimo ad allargare lo sguardo, sicuramente riusciremmo a rendere quella nostra prospettiva più ampia e sfaccettata. Adottando un modo di vedere eco-centrico saremmo in grado di sentirci parte di un Tutto più grande di cui prendersi cura e che si prende cura (di noi).
Quello di cui abbiamo bisogno oggi, molti sono concordi, è di ri-generare relazioni profonde con Madre Natura, tra di noi esseri umani e con il nostro Sé emergente.
Come fare
Per farlo è necessario a mio parere, imparare – o re-impararare – come condurre bene i nostri pensieri, è necessario saper andare alla sostanza delle cose, cercare i nessi, allacciare fili, essere capaci di vedere le relazioni tra gli elementi che costituiscono l’intero, vedere le parti e l'intero insieme e vedere il mondo e i suoi sistemi come organismi viventi, autopoietici.
Gregory Bateson, il padre dell’approccio sistemico, diceva che le relazioni sono molto più importanti delle cose - le cose non esistono, esistono solo le relazioni - ed è a queste che bisogna saper guardare per comprendere il mondo e noi stessi nel mondo.
Filosofia dunque, per me, è questa attenzione alla dimensione più ampia e alle relazioni, è capacità di vedere e creare nessi e di costruire narrazioni e argomentazioni consistenti per parlare del mondo e della vita.
Per questo penso che sia molto attuale e necessaria.
Filosofia, dal punto di vista etimologico, è amore - tensione - alla conoscenza, cioè ricerca costante. E’ continua costruzione consapevole del pensiero su cui fondare il nostro agire.
Quello che facciamo è sempre fondato su quello che pensiamo anche se non ne siamo consapevoli. Se ‘pensiamo male’ - se la costruzione dei nostri pensieri non è corretta - agiamo male. Dal pensare male deriva, a mio parere, la maggior parte dei mali del mondo. Dobbiamo, quindi, prenderci massimamente cura dei nostri pensieri.
E ancora, filosofare è ricercare insieme, è dialogare. Oggi più che mai abbiamo bisogno di uscire da una dimensione singolare - individuale e spesso individualistica - per riallacciare legami, per trovare connessioni.
Siamo nell’era della rete e siamo connessi per definizione, facciamo in modo che questa connessione non sia solo qualcosa che riguarda solo il nostro 'fuori' ma sia, piuttosto, qualcosa che ci consenta di stare costantemente in un dialogo consapevole facendo fluire il pensiero attraverso di noi in un movimento sostenuto anche dagli stimoli forniti da altri.
Il libero fluire di pensieri nel dialogo, infatti, ne genera di nuovi, i quali, a loro volta, potranno essere propulsori di un nuovo agire in grado di contribuire ad attuare quel cambio di paradigma di cui tutti sentiamo forte il bisogno.
Ritrovare la capacità di meravigliarsi, avere una visione ampia e sistemica, sapersi porre in una prospettiva di medio lungo periodo, sviluppare e coltivare una capacità immaginativa e creativa diffusa, saper trovare e dare senso. Tutto questo è vitale per evolvere e ‘aiutare il futuro ad emergere’.
Con la nostra Bottega Filosofica vogliamo - e possiamo - aiutare le persone e le organizzazioni a ‘pensare meglio’ per vivere meglio, per prendere decisioni migliori e per stare più responsabilmente nel proprio ambiente o nel proprio mercato.
Il senso del nostro filosofare
La filosofia non è solo un ‘cosa’ - la storia del pensiero attraverso chi se ne occupato con passione - è anche, e soprattutto, un ‘come’. Praticare la filosofia significa assumere una postura, un atteggiamento mentale che partendo dal presupposto di non avere certezze o verità assolute, fa essere in continua ricerca, fa mettere costantemente in discussione quello che si sta facendo e i suoi risultati senza sedersi sugli allori né compiangersi negli insuccessi, fa stare sempre attiva la mente, fa praticare l’osservazione continua e un ascolto profondo.
Con queste premesse, quando qualcuno mi chiede cosa facciamo in Bottega Filosofica, rispondo che pratichiamo la filosofia prendendoci cura con grande passione e impegno di questioni e situazioni complesse - e spesso anche nuove - cercando di stare ‘sulla frontiera’. Per questo oltre a continuare tutte a studiare e a farci domande, sviluppiamo, curiamo e siamo attivamente presenti anche in diverse reti internazionali.
Gli ambiti nei quali ci piace di più agire sono noti. Sono quelli dello sviluppo della leadership autentica, del cambiamento culturale e organizzativo, dell’innovazione personale, sociale e organizzativa, dell’accompagnamento nelle transizioni.
La nostra peculiarità, rispetto a colleghi che si occupano di temi analoghi, è avere – e mantenere sempre - un atteggiamento filosofico. Per noi questo vuol dire più che mai essere ‘dentro’ le cose di cui ci prendiamo cura, ma contemporaneamente essere attente e in ricerca, essere insieme appassionate e critiche.
Consideriamo essenziale mantenere uno stato di ‘presenza’ ricercando costantemente il feedback per aumentare il più possibile la consapevolezza.
Diamo grande importanza e spazio al saper essere ‘lievi’, al divertirci, al coltivare l’ironia e l’autoironia.
Vivendo e lavorando così, mantenendoci fedeli a noi stesse pur nel continuo cambiamento, testimoniamo quotidianamente che questo è utile e possibile.
Il nostro 'fare quello che diciamo' ci fa percepire autentiche e ci consente di essere efficaci nel suscitare nei nostri clienti l'assunzione di un atteggiamento filosofico in tutti gli aspetti della vita e del lavoro.
Filosofare, quindi non solo per ‘tenere la mente allenata’, ma soprattutto per intraprendere azioni che, attraverso la generazione di valore per se stessi e per gli altri, abbiano un impatto maggiore e migliore nel business così come nella propria vita privata.