Riflettere insieme per agire il nuovo

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Tornare a praticare insieme la filosofia, il pensiero critico, l'iimaginazione creativa, il dialogo.

Era un po’ che ci pensavamo e forse era anche un pensiero ‘necessario’ giacché l'impegno a diffondere la ‘cultura B’ come la chiamiamo in Bottega Filosofica – ovvero la cultura del pensare bene per costruire cose buone, del bene comune, del fare di fare le cose bene per il bene, fare cose di valore per tutti – è un pilastro del nostro obiettivo di beneficio comune in quanto Società Benefit.

Quindi, dall’inizio di questo 2023, abbiamo deciso di ‘rigenerareSpazi dell'anima - nel senso proprio di ‘generare nuovamente’ ma anche di ‘tornare alle origini’.

Avendo consolidato, infatti, le nostre academy dedicate allo sviluppo delle competenze personali e professionali in chiave di sostenibilità, inclusione e autenticità, nella nostra SIAacademy, Spazi dell’anima torna a proporsi come il luogo sia della cura di sé e della riflessione esistenziale individuale, sia del confronto, del dialogo, del filoso-fare insieme alle persone che abitano i territori in cui anche noi viviamo: Roma - la sede storica -, Milano - la nostra nuova sede - e anche questo mondo virtuale che tutte e tutti ormai abitiamo per una porzione ingente del tempo della nostra vita.

Riteniamo infatti, che, in questo in questo momento storico – come più volte ci siamo detti - sia indispensabile accelerare un cambiamento radicale del nostro modo di vedere la nostra esistenza e di vivere nel mondo, del nostro modo di stare insieme, del nostro modo di lavorare e di svagarci, di produrre e di consumare.

È indispensabile se vogliamo vivere e prosperare nel futuro e anche superare la crisi sistemica - climatica, sociale, culturale ed economica - in cui siamo immersi ormai da anni ma che è deflagrata negli ultimi negli ultimi tre.

Perché questo preambolo? Perché vogliamo tornare a offrire spunti di riflessione sia attraverso la nostra newsletter mensile che invita a prendersi momenti di Pausa. e di cura di sé e della propria interiorità, sia attraverso dei ‘contenitori’, delle occasioni di incontro per riflettere insieme utilizzando gli strumenti della filosofia.

Questo non solo per il piacere del confronto e dell’apprendimento reciproco ma anche per delineare possibilità di agire insieme in grado di far evolvere le nostre comunità rivitalizzando il desiderio di co-costruire lo spazio condiviso e alimentando la fiducia nel futuro al quale possiamo contribuire a dare forma attraverso il ri-scoprire e il coltivare le capacità dialogiche e immaginative e un rinnovato impegno per il bene comune.

La filosofia, non è solo la proposta di un ‘cosa’, è soprattutto quella di un ‘come’.  

Cercheremo, allora, di proporre dei temi e dei concetti che riteniamo importante declinare proprio nella loro possibilità di vivificarsi e nutrire il singolo ma anche la comunità, affinché questa possa essere vista e diventare una risorsa per tutti.

Il nostro riflettere, in solitudine o insieme, potrà contribuire a far germogliare quei semi che possono rendere le persone e le comunità più adattive e quindi più resilienti.

La resilienza è un concetto profondamente connesso con la filosofia, poiché, in fondo, costituisce ciò che la filosofia ricerca, ovvero il momento creatore e la via d’uscita. Di fronte a una situazione chiusa la filosofia diventa arte di liberarsi, di trovare un’uscita dal vicolo cieco in cui ci si trova. Il pensiero è fluido e prende la forma di un dialogo interiore ininterrotto che sa rimettere in gioco ciò che sembra concluso.

Filosofia e filoso-fare

Ma quali sono le caratteristiche che rendono la filosofia e quindi il filoso-fare - il praticare la riflessione e il confronto in maniera filosofica - qualcosa di attuale e di utile nel momento attuale?

«L’esercizio filosofico non si situa solo nell’ordine della conoscenza, ma nell’ordine del sé e dell’essere: è un progresso che ci fa essere più pienamente, che ci rende migliori. E’ una conversione che sconvolge la vita intera, che cambia l’essere di colui che la compie. […] Non si tratta di un semplice sapere, ma di una trasformazione della personalità […] Con il dialogo con se stesso o con altri, anche scrivendo, colui che vuole progredire si sforza di 'condurre con ordine i suoi pensieri' e di approdare così a una trasformazione totale della sua rappresentazione del mondo, della sua atmosfera interiore, ma anche del suo comportamento esterno». (P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica)

Praticare la filosofia ci consente – come individui e come organizzazioni e comunità - di coltivare e sviluppare capacità di lettura critica, di apprendimento e di autoapprendimento, di auto-correzione e ragionevolezza, creando i presupposti per un agire non solo etico, ma anche efficace nel contesto delle relazioni.

Un gruppo, una comunità, una organizzazione sono in grado di apprendere in quanto ‘sistema’ perché le persone che li compongono hanno la capacità di riflettere sulle ‘teorie’ – esplicite e implicite – con le quali interpretano e danno senso a ciò che osservano e ai loro comportamenti e di apprendere dall’esperienza.

In tali processi siamo chiamati a rimettere in discussione i nostri modelli mentali, vale a dire siamo chiamati a ‘filoso-fare’. Riflettere e apprendere, interrogarsi e riconoscere i presupposti impliciti che strutturano e governano i propri sistemi di credenze e l’agire che ne deriva, costituiscono i tratti peculiari di un modo di pensare e di vivere filosofico.

Praticando la filosofia con un approccio trasversale e multidisciplinare, si favorisce lo sviluppo della capacità di costruire ampie cornici di senso nelle quali ciascuno può inscrivere la propria esperienza, analizzare criticamente situazioni complesse, comprendere quali saperi vengono messi in campo nell’affrontare la realtà e come questo avviene. E i testi filosofici non sono mere testimonianze del pensiero di altri – il più delle volte appartenenti al passato - ma diventano risorse da usare per reinventare o migliorare il proprio modo di vivere.

Ampie cornici’ da costruire lasciando fluire liberi il pensiero e il dialogo senza un finalità di efficacia e un obiettivo specifici ma piuttosto per il ‘piacere’ di esercitare il pensiero ‘fine a se stesso’ e l’immaginazione creativa, perché come ci spiega con chiarezza John Dewey – importante filosofo e pedagogista del ‘900)

«L’uomo veramente pratico, dà libero corso al suo pensiero su una determinata faccenda senza chiedersi angustamente quale vantaggio sarà in grado di ricavarne. La preoccupazione esclusiva di ciò che concerne l’uso e l’applicazione pratica restringe l’orizzonte mentale e a lungo andare genera il suo stesso fallimento […] Il potere d’azione esige larghezza di visione e questa può essere raggiunta solo attraverso l’impiego dell’immaginazione. Gli uomini devono aver raggiunto un sufficiente grado di interesse per il pensiero in quanto pensiero, per poter sfuggire alle limitazioni della routine e del costume. L’interesse per la conoscenza per amore della conoscenza, per il pensiero per amore del libero gioco di pensiero, è un fattore indispensabile all’emancipazione della vita pratica – per renderla sempre più ricca e progressiva» (J. Dewey, Come pensiamo)

Cornici di ‘senso’ co-costruite collettivamente che danno significato anche alle esperienze individuali

«Il sensemaking (l’attribuzione di un significato alle proprie esperienze, ndr) collettivo utilizza le parole per costruire scenari e strutture che poi hanno conseguenze reali. Avendo le persone controllo sulle parole, sui significati e sulle azioni, possono esercitare controllo sui modi in cui si organizzano, sulle opportunità che scoprono e sui progetti che portano avanti. Se in tempi di incertezza, ambiguità e sorprese raramente ciò che ha senso è anche sensato, allora tutte le pratiche e le massime che cominciano a correggere questo squilibrio dovrebbero essere benvenute e avere un impatto positivo». (K. E. Weick, Senso e significato nell’organizzazione)

Gli elementi chiave del filoso-fare

Chia ha un po' di familiarità con la filosofia ne può riconoscere agevolmente gli elementi chiave. Questi elementi sono anche filoso-fare, inteso proprio come esercizio pratico della filosofia. Sono gli strumenti tanto preziosi della riflessione e della costruzione di senso che ci consentono di osservare il mondo sentendocene parte, di guardare criticamente al passato e al presente, di generare il pensiero 'nuovo' e trovare così le strade nuove da percorrere.

Questi elementi sono riassumibili in:

  • meraviglia, il senso di stupore e di inquietudine che spinge all'indagine
  • desiderio e passione, per la ricerca e per la conoscenza
  • immaginazione, rappresentarsi un oggetto, una situazione anche senza la sua presenza, nell’intuizione
  • pensiero utopico e gioco, pensare ciò che non c'è e costruirne una simulazione
  • approccio sistemico, osservare l’insieme per comprendere le connessioni e le implicazioni tra i diversi elementi e tra gli eventi
  • etica e responsabilità, la consapevolezza dei principi, della cultura e degli effetti dei propri comportamenti
  • metodo, ragionare per esplorare possibilità, costruire argomentazioni ‘ben fatte’ nel corso del proprio ragionamento
  • domanda, domandare e il domandarsi teorici ma anche pratici
  • maieutica, condurre l'interlocutore a esprimere pensieri personali abbandonando i luoghi comuni
  • epoché’ e il dubbio, sospendere il giudizio e mettere in discussione l'ovvio
  • prosoché’, praticare l’attenzione, saper stare nel ‘qui e ora’
  • relazione, il ‘noi’ che conferisce senso alla vita
  • empatia, riconoscere l’altro cogliendolo nella sua unicità (il modo di intendere l’empatia della filosofia è diverso da quello della psicologia)
  • dialogo, come confronto, esercizio autentico di presenza a sé e agli altri
  • ascolto, accogliere la parola altrui come un seme da far sviluppare
  • parresia, dire la verità, parlare chiaro.

Praticare la filosofia  

Praticare la filosofia - sia da soli che in gruppo - consente di acquisire ‘sguardi’ e capacità nuovi e richiede particolari disponibilità e qualche impegno. In particolare, chi si mette in gioco in un tale esercizio impara e si impegna a:

  • praticare costantemente la riflessione e la riflessività
  • adottare uno sguardo sistemico sul mondo
  • praticare il pensiero sapendo vedere e comprendere la complessità dei sistemi
  • condurre e riconoscere ragionamenti che avvengono contemporaneamente su piani diversi (vedere i diversi ‘mondi possibili’)
  • problematizzare/mettere in discussione l’ovvio e il conformismo, destrutturare per ricostruire visioni alternative
  • elaborare visioni e saperle tradurre in scopi, creandone simulazioni e prototipi per provarne la ragionevolezza
  • porsi continue domande in una sfida costante ai limiti propri e del gruppo/della comunità e, perciò, tendere al miglioramento continuo
  • essere umile, farsi tras-formare dal pensiero degli altri, essere in costante ricerca
  • condurre buoni ragionamenti e supportare le proprie idee con argomentazioni corrette
  • pratica l'osservazione, l'ascolto aperto e la maieutica nella consapevolezza che 'chi ha il problema ha anche la soluzione', non c’è consiglio ma cooperazione nella ricerca  
  • praticare l’epoché e in tal modo produrre e utilizzare il più gran numero di ipotesi possibili per la risoluzione di un problema senza censurarle preventivamente nella paura dell’errore o del giudizio
  • praticare la prosoché, esercitandosi costantemente nella presenza a se stessi e alla situazione nel qui ed ora
  • considerare le persone e i gruppi nel loro aspetto più ampio, in quanto facenti parte dell’umanità più generale e vedere quest’ultima nella sua interconnessione con tutta la natura
  • lavorare insieme, percependo un senso più ampio del singolo io e vedendo il gruppo come portatore di sensi e significati più ricchi di quelli dell’individuo
  • attivare l’intelligenza emotiva con la quale risolvere problemi non affrontabili con la mera razionalità
  • essere empatici con le persone maturando una autentica capacità di accoglierle e comprenderle nella loro unicità
  • provare genuino interesse per l’altro e prendersene cura affinché possa svilupparsi nelle sue potenzialità e trovi una sua forma di benessere
  • parlare come si pensa, essere schietti e sinceri.

Come si fa e a cosa 'serve' la pratica filosofica di gruppo

La pratica filosofica, è sostanzialmente un momento di riflessione condivisa e di confronto tra persone nel quale, utilizzando un metodo di facilitazione che consenta la partecipazione attiva dei non filosofi, viene favorito il movimento del pensiero nel dialogo e il recupero del valore della filosofia nella quotidianità della vita.

La pratica filosofica di gruppo è, quindi soprattutto, pratica dialogica nella prospettiva della ricerca e della comprensione di una questione che ci sta a cuore.

La pratica filosofica di gruppo, ha indubbi benefici in quanto:

  • sostiene il ‘ben’ pensare insieme e la riflessione comunitaria, favorendo la comprensione reciproca
  • sviluppa consapevolezza riguardo a se stessi, un’identità di gruppo, una situazione
  • sviluppa una comunicazione e un linguaggio comuni a un gruppo
  • crea, sviluppa, modifica e mette alla prova idee e concetti
  • aiuta a chiarire la struttura concettuale e pratica di un problema
  • attiva la capacità di immaginare e riflettere su implicazioni e conseguenze di scelte e valori
  • aiuta a ricercare e riconoscere implicazioni inosservate di decisioni, azioni, pensieri
  • restituisce significato - ri-significare - a parole 'logore'
  • consente di affrontare ‘più attrezzati’ i cambiamenti (degli individui e/o dei gruppi).

Una pratica filosofica aiuta ad 'uscire' dal solo pensiero logico lineare per svilupparlo in modo circolare e, andando oltre, aprirsi a nuove dimensioni e possibilità.

Attraverso le domande possiamo fare luce sul senso della nostra vita, possiamo aumentare la nostra consapevolezza e imparare ad accettare l’incertezza in cui viviamo riconoscendola come condizione esistenziale connaturata alla vita.

Il valore etico e politico della pratica filosofica condivisa

Chi legge avrà già intuito che la specificità delle pratiche filosofiche è legata, quindi, all’istanza etica, e politica, di favorire il dialogo tra le persone, vale a dire l’ascolto e l’accoglienza reciproca facendone esperienza.

Il semplice esercizio dell’ascoltarsi pone infatti in relazione, rafforza i legami comunitari, crea appartenenza.

Questa istanza etica e politica prende forma e si realizza in un percorso che è sempre anche cognitivo: dando impulso a interazioni collettive di comprensione della realtà si promuove tanto la polifonia del pensare quanto la consapevolezza nell’agire.

«La polis […] è l’organizzazione delle persone così come scaturisce dal loro agire e parlare insieme, e il suo autentico spazio si realizza fra le persone che vivono insieme a questo scopo. Nell’essere insieme l’unica forma di attività che realizza ‘la condizione umana’ è l’agire che, diversamente dal fare e dall’operare, definisce l’appartenenza ad una comunità». (H. Arendt, Che cos’è la politica)

E «la comunità nasce quando la preoccupazione per la vita individuale è sostituita dall’amore per il mondo comune». R. Esposito, Polis o communitas

Per concludere

Dal prossimo mese una delle uscite della nostra newsletter - Pausa. - esplorerà una parola della filosofia, un tema, suggerendo come vivere quella parola - quel concetto - nella nostra quotidianità per rendere il nostro pensare e il nostro agire “migliore per noi e migliore per il mondo”.  

Quello stesso tema sarà stato, indirettamente, oggetto di riflessione anche nella prima uscita mensile, Pensare B, dedicata all’esplorazione di uno degli Obiettivi di Sviluppo Interiore (IDGs) che è necessario coltivare per dare concreta attuazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 20230 dell’ONU per i quali tutti - singoli, organizzazioni, comunità e istituzioni – siamo impegnati.

Presto, poi, saremo in grado di dare seguito alle nostre intenzioni di incontro formalizzando una proposta e un calendario degli eventi che realizzeremo – a Roma, a Milano e sul web – e al quale sono invitate tutte le persone che vogliono prendersi cura di sé e condividere con altri, pensieri, speranze, visioni.

Per contribuire a costruire comunità più resilienti e un Mondo migliore in cui ciascun essere vivente possa trovare il proprio posto, vivere libero e prosperare nella consapevolezza che non c’è vero bene individuale se non c’è bene della comunità e che questi, nel medio-lungo periodo, coincidono.