Il Manifesto della Buona Impresa, bussola per un’economia più giusta e sostenibile

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Il Manifesto della Buona Impresa, promosso dalla Fondazione Buon Lavoro, restituisce all’impresa la sua vocazione originaria: essere una forza buona nella società, capace di generare valore per tutte le persone coinvolte.

Non è una certificazione, ma una bussola etica e culturale che intreccia etica e funzionalità, senso e risultati. Propone un modello in cui il lavoro è esperienza di crescita, le relazioni sono basate sulla fiducia, il profitto è mezzo e non fine, e il successo si misura in modo plurale.

I cinque punti del Manifesto definiscono l’identità della Buona Impresa e invitano a un percorso di trasformazione concreta, sostenuto dalla comunità degli aderenti e dagli strumenti messi a disposizione dalla Fondazione.

Sottoscriverlo significa compiere una scelta di responsabilità e speranza: contribuire insieme alla costruzione di un’economia più giusta, rigenerativa e umana.

Impresa: viviamo un tempo in cui ancora - e di nuovo - questa parola continua a portare sulle spalle un equivoco antico: quello di essere sinonimo di profitto per gli azionisti, di successo individuale, di risultati misurati solo in cifre. 

Ma oggi, nel pieno di una trasformazione economica e sociale che ci interroga su ciò che davvero conta, si fa sempre più strada, in maniera talvolta carsica, un’idea che restituisce all’impresa la sua vocazione originaria: essere una forza buona nella società, un organismo vivente che genera valore per le persone, le comunità e il pianeta.

È da questa visione che nasce il Manifesto della Buona Impresa, promosso dalla Fondazione Buon Lavoro: un documento ispiratore, ma anche un invito concreto all’azione.

Non una nuova certificazione o un modello da applicare meccanicamente, bensì una bussola etica e culturale per orientarsi in un mondo complesso, offerta a chi sente che il successo non può più essere separato dal bene comune.

Oltre il dualismo impresa-società

Per troppo tempo abbiamo pensato che tra 'fare impresa' e 'fare il bene' ci fosse una contraddizione insanabile. La Fondazione Buon Lavoro parte invece da una convinzione radicale e semplice: l’impresa nasce per servire la società. È questa la sua ragion d’essere più profonda.

Nel Manifesto si legge: “Il paradigma della Buona Impresa si fonda sulla natura originariamente buona del concetto stesso di impresa, che nasce per servire la società e contribuire al bene comune.”

Da qui discende un modo nuovo di guardare all’economia: non come a un gioco a somma zero, ma come a una rete di relazioni interdipendenti in cui il valore generato da ciascuno si riverbera su tutti.

Un modello culturale, non solo gestionale

Il modello della Buona Impresa, elaborato dalla Fondazione Buon Lavoro, non propone regole né indicatori da compilare: propone una visione.

Una visione che intreccia etica e funzionalità, senso e risultati, qualità umana e competitività.

Essere una Buona Impresa significa fare bene il proprio mestiere – con competenza, responsabilità e innovazione – ma anche con una finalità che va oltre se stessi.

Nel Manifesto, questo si traduce in alcuni principi chiave:

  • creare valore economico e sociale insieme, non in opposizione
  • vedere il lavoro come esperienza di crescita e di realizzazione, non come semplice costo di produzione
  • riconoscere la dignità e la libertà delle persone che partecipano all’impresa
  • promuovere relazioni di fiducia con tutti gli stakeholder: collaboratori, clienti, fornitori, comunità, ambiente
  • misurare il successo in modo plurale, non solo economico
  • orientarsi a un futuro sostenibile e condiviso, non solo a un vantaggio immediato.

Sono principi, già a fondamento del Modello della Buona Impresa, che spostano il baricentro dell’impresa dal profitto al senso, dalla competizione alla cooperazione, dall’estrazione di valore alla generazione di valore condiviso.

Una risposta al bisogno di senso

In un’epoca di incertezza, molte persone e organizzazioni avvertono un bisogno profondo: ritrovare il senso del proprio agire.

Il Manifesto risponde a questo bisogno, restituendo all’impresa una dimensione umana e comunitaria.

Perché un’impresa “Buona” non è ingenua o idealista: è consapevole della propria interdipendenza con il mondo.

Sa che la prosperità di lungo periodo si costruisce solo dove le persone stanno bene, dove il lavoro è dignitoso, dove la comunità cresce insieme, dove la natura è rispettata.

I cinque punti del Manifesto della Buona Impresa

Come afferma Michele Alessi, presidente della Fondazione Buon Lavoro e padre della Buona Impresa, "Buona è un nome proprio", ovvero il Manifesto non sintetizza le caratteristiche di un'impresa che vuole essere buona, è la carta d'identità delle imprese che, in maniera convinta, si impegnano a realizzare nella pratica il Modello della Buona Impresa.

Vediamone quindi gli elementi richiamati e sintetizzati nel Manifesto.

  1. Lo Scopo della Buona Impresa  - lo scopo è il successo duraturo dell'impresa del quale beneficiano tutte le persone coinvolte
  2. L'Approccio Sistemico della Buona Impresa - l'impresa è un sistema, il profitto stesso è un elemento imprescindibile ma non il fine ultimo
  3. L'Approccio Umanistico della Buona Impresa - nell'agire dell'impresa le persone sono sempre anche un fine
  4. Il Progetto Inclusivo della Buona Impresa - l'impresa è un progetto inclusivo che armonizza contributi e interessi diversi
  5. Il Ruolo Sociale della Buona Impresa - il ruolo dell'impresa nella società è creare beneficio comune attraverso la sua attività caratteristica.

Dal pensiero all’azione

Accogliere il Manifesto significa compiere una scelta.
Una scelta che riguarda la visione, ma anche la pratica quotidiana.
La Fondazione Buon Lavoro accompagna questa visione con strumenti concreti come i due volumi sulla teoria e la pratica del Modello della Buona Impresa, il SABI – Strumento di Autovalutazione del Buon Impatto, i 12 indicatori della Buona Impresa, e una serie di progetti ai quali sono chiamati a partecipare attivamente tutti coloro che sottoscrivono il Manifesto. 

È un processo di apprendimento e trasformazione: un modo per riflettere sulle proprie pratiche, far emergere aree di miglioramento, consolidare ciò che già funziona bene.

Ma soprattutto è un cammino collettivo: perché la Buona Impresa non è un’isola, è una rete, un ecosistema di realtà che condividono la stessa intenzione di fare bene per fare il bene.

È così che nasce la possibilità di una nuova economia rigenerativa, capace di far fiorire le persone e i territori.

Un linguaggio condiviso

In Bottega Filosofica, ci riconosciamo profondamente in questo approccio.

Da anni accompagniamo persone e organizzazioni nel lavoro di ritrovare la propria bussola interiore, di allineare visione, valori e azione.

Il Modello della Buona Impresa ci parla perché nutre una stessa convinzione: che la qualità dell’essere precede la qualità del fare, e che solo un’impresa abitata da senso e consapevolezza può generare impatti positivi e duraturi.

In questo senso, il Manifesto è anche un linguaggio comune tra realtà che vogliono praticare un modo diverso di stare al mondo: più connesso, più rispettoso, più fecondo.

È un passo in più nel cammino verso un’economia che cura, che ascolta, che rigenera.

Un invito a firmare

Sottoscrivere il Manifesto della Buona Impresa significa aderire a questa visione, ma anche dichiarare un impegno personale e organizzativo.

Non è una firma simbolica: è un atto di responsabilità e di speranza.

Significa dire: “Io credo che l’impresa possa essere "Buona" e scelgo di contribuire a questo cambiamento”.

Per questo, invitiamo tutte le persone, le imprese e le organizzazioni che "credono che un'impresa funziona bene se funziona per tutte le persone coinvolte" e si propongono di "valorizzare - incarnandolo - il rilevante ruolo che l'impresa, quando fa bene il suo lavoro, svolge per la società", a leggere il Manifesto, riflettere sui suoi principi e, se risuonano con il proprio intento e la propria esperienza, sottoscriverlo sul sito della Fondazione Buon Lavoro.

Un gesto semplice, ma potente: perché ogni adesione è un seme di trasformazione.

Per conoscere / per riflettere / per agire

Per conoscere

Fondazione Buon Lavoro – Il Modello della Buona Impresa

Il Manifesto della Buona Impresa – testo integrale

Il SABI - Strumento di Autovalutazione del Buon Impatto

Bottega Filosofica – Consulenza per la Buona Impresa

Per riflettere

Qual è oggi la mia idea di impresa 'buona'?

In che modo la mia organizzazione contribuisce al bene della comunità e del Pianeta?

Dove posso agire, anche in piccolo, per rendere più coerente questo mio agire con i miei valori?

Per agire

Leggi e sottoscrivi il Manifesto.

Avvia nella tua impresa un dialogo aperto sui suoi principi.

Comincia un percorso di consapevolezza organizzativa: scopri gli strumenti della Buona Impresa e le pratiche di sviluppo interiore e collettivo che possono accompagnarti nel cambiamento.

Conclusione

Il Manifesto della Buona Impresa non è solo un testo: è un invito.

Un invito a ricordare che ogni impresa, grande o piccola, ha il potere di influire sulla qualità della vita sul Pianeta.

Un invito a fare del lavoro un atto di cura.

Un invito a ricucire i legami tra economia e umanità.

Come scrive la Fondazione: “L’impresa non è in contrapposizione con la società, ma ne è parte viva, creativa e generativa.”