Il 10 e l’11 ottobre scorsi, a Stoccolma, si è tenuto l’IDG Summit 2023 al quale noi, partner di Bottega Filosofica, abbiamo partecipato con gioia. Nella prima giornata abbiamo lavorato in plenaria con tutte le altre e gli altri partecipanti sul tema affascinante degli Inner Development Goals - Obiettivi di Sviluppo Interiore. Puoi leggerne qui.
Nella seconda giornata avevamo la possibilità di partecipare a diversi track di lavoro. Noi abbiamo scelto di dividerci per poter portare a casa, insieme, l’esperienza più ricca.
Questi i track:
- IDGs in The Corporate World
- How on Earth Can We Work Together? Global Collaboration on the IDGs
- Inner Mastery, Outer Impact: Leadership through IDGs
- Make it Matter. Accelerating towards Sustainable Solutions through The IDGs
- Tech & AI: Catalyst or Catastrophe for Inner Development?
Sandra ha partecipato al Track 1, Daniela al Track 2, Francesca al Track 3 e Myriam Ines al Track 4.
IDGs in The Corporate World - Sandra
Nel frenetico mondo degli affari di oggi, coltivare lo sviluppo interiore non è più un optional ma è diventato un imperativo strategico. L’intento era quello esplorare gli strumenti pratici che le organizzazioni possono utilizzare per mettere i loro leader e le loro persone in grado di intraprendere un viaggio alla scoperta di sé e dello sviluppo personale e di valutare il profondo impatto che questo può avere sul successo aziendale.
Nel primo intervento si è parlato di ascolto e dal dialogo, con l’Executive Director del Nobel Peace Center, il cui titolo parla già da sé: Those who listen, change the world. Si tratta di un ascolto e un dialogo che non si esaurisce nella capacità di comunicazione, ma punta a trattare le persone con rispetto, uguaglianza, apertura e curiosità.
Per poi continuare parlando di Una nuova forma di leadership per una nuova era. E di qual è uno dei più grandi ostacoli per incarnare questa nuova forma di leadership: noi stessi. Sono state esplorate insieme le trappole mentali in cui, come esseri umani, cadiamo, come riconoscerle e come iniziare a uscirne, facendo leva sugli IDGs.
L’intervento successivo è stato particolarmente ispirativo: Building Imagination Activism in Leadership. L'immaginazione vista come un superpotere, che può essere sfruttato come una competenza per la leadership. Per alimentare il purpose e sviluppare una leadership rigenerativa (approccio emergente che abbraccia una visione sistemica del mondo e che mira a ripristinare, preservare e migliorare le persone, la società e l'ambiente). Sviluppare l’immaginazione non per avere una visione del futuro, ma per cambiare la prospettiva nel presente. Anche in questo caso, ciò che può bloccare la nostra immaginazione può essere sbloccato attraverso lo sviluppo degli IDGs.
La giornata si è conclusa ponendo l’attenzione al settore privato, con l’intervento del COO del World Business Council for Sustainable Development, un’organizzazione di quasi 200 aziende lungimiranti, a livello globale, guidata dai loro CEO, la cui missione è accelerare la transizione verso un mondo sostenibile.
Ma se è vero che molte aziende si impegnano con coraggio a trasformare radicalmente il modo di fare business, c'è un'urgente necessità di dotare i loro leader delle competenze necessarie per farlo. Competenze che possono essere sviluppate, per il loro utilizzo quotidiano, facendo leva sugli IDG.
Ancora una volta abbiamo avuto conferma che Il settore privato svolge un ruolo cruciale nelle trasformazioni necessarie per realizzare un futuro più sostenibile. Consapevolezza che muove il nostro lavoro e il nostro impegno quotidiano.
How on Earth Can We Work Together? Global Collaboration on the IDGs - Daniela
Lavorare insieme per rigenerare il mondo: questa la sfida del track 2. Insieme a tutti i livelli, dalle istituzioni sovranazionali (come le Nazioni Unite) al singolo individuo.
Insieme nella consapevolezza che singolarmente si può far poco e comunque molto meno di quanto si può fare collettivamente.
Affermando il principio di interdipendenza nel quale fortemente crediamo, che cerchiamo di praticare in ogni ambito interno ed esterno alla nostra organizzazione e che ci richiama l'obiettivo 17 degli SDGs (obiettivi di sviluppo sostenibile) delle Nazioni Unite.
Durante la giornata si sono alternati interventi ispirazionali, riflessioni individuali e condivisioni; tutto con l'obiettivo di esplorare cosa e come possiamo fare insieme per diffondere gli IDGs e favorire la rigenerazione del mondo in modo più sostenibile.
Senza illusioni o cieco ottimismo, ma con la speranza e la convinzione che ogni sforzo - unito agli altri - possa generare un effetto radiante per il benessere individuale e collettivo.
Tanto entusiasmo ma piedi ben piantati a terra. Grande energia - fisica oltre che emotiva - e motivazione.
Ma anche tanta consapevolezza delle criticità e delle relative sfide. Le principali:
- nonostante la comunità sia da sempre globale, i membri - come emerso anche dalle presenze al Summit - vivono prevalentemente nelle aree nord occidentali del mondo.
Quelle maggiormente industrializzate e benestanti, culturalmente omogenee.
La sfida è sostenere chi sta già cercando di coinvolgere il resto del mondo, e magari impegnarsi direttamente per farlo, per arricchire la comunità e il framework di quei punti vista e di quei contributi culturali - lo sviluppo economico e quello industriale non possono essere fermati, perché più della metà del mondo non ha accesso a beni (anche primari) che noi diamo per scontati.
La sfida è accompagnare questo sviluppo in modo che avvenga in modo sostenibile, imparando dagli errori che sono stati fatti in passato (e tuttora) senza trascurare le legittime esigenze di chi ora sta cercando di raggiungere il proprio benessere e - al contempo - sta pagando più duramente di noi il prezzo dei nostri errori (si pensi agli effetti del cambiamento climatico con siccità e alluvioni o all'esaurimento di materie prime) - l'impegno a incarnare e diffondere gli IDGs, per poter efficacemente contribuire al raggiungimento degli SDGs, non genererà effetti significativi per noi ma prevalentemente per le giovani generazioni di oggi e per quelle future.
Generazioni scarsamente rappresentate nella comunità.
La sfida è coinvolgerle e ingaggiarle perché portino il contributo essenziale a disegnare un mondo coerente con i loro valori e i loro desideri, un mondo che somigli meno a noi (che - anche involontariamente - abbiamo contribuito a danneggiarlo) e più a loro, che quel mondo dovranno abitarlo, governarlo e conservarlo per chi sarà dopo di loro - altra categoria strategica ma non abbastanza rappresentata, è quella delle organizzazioni profit.
Il mondo economico e produttivo, come già espresso nelle Premesse agli SDG delle Nazioni Unite, è parte attiva del cambiamento culturale e strategico necessari a interrompere l'attuale tendenza distruttiva e virare verso azioni rigenerative.
Il motivo (e la relativa sfida) di questa scarsa rappresentanza è stato in parte ravvisato nell'esigenza di rendere gli IDGs più accessibili, ovvero di esprimerli in termini meno astratti è più facilmente sperimentabili nella quotidianità così come di sviluppare delle metriche in grado di misurare l'impatto di ciascuna abilità, competenza attitudine sviluppata
La testa non basta
Come ben sappiamo, quando si parla di impegno allo sviluppo interiore e all'attivismo, le sole capacità cognitive non sono sufficienti.
Ecco perché alle attività più analitiche e cognitive si sono alternate pratiche riflessive, meditazioni, musica, ballo (coinvolgendo tutte le persone partecipanti).
Le ultime due scelte nella convinzione che se l'arte - in generale - è un potente viatico di condivisione e universalità, in particolare la musica e la danza parlano un linguaggio universale che ci fa sentire parte di quella comunità sovranazionale che chiamiamo Umanità.
Evocata (durante il Summit) in una metafora molto suggestiva che ci descrive come fiori differenti, con forme, colori e profumi diversi.
La sfida è alimentare un terreno comune dove si possa tutti crescere e prosperare.
E questo terreno può alimentarsi solo unendo le forze a tutti i livelli - istituzioni, organizzazioni profit e non profit, società civile, ognuno con il proprio sguardo e contributo - per favorire lo sviluppo individuale che porta lo sviluppo del sistema.
Inner Mastery, Outer Impact: Leadership through IDGs - Francesca
Padronanza interiore, impatto esteriore, leadership attraverso gli IDGs: una giornata intensa per guardarsi dentro e per poter così guardare fuori in modo diverso al servizio di un mondo migliore.
La premessa è stata: sbloccate il vostro potenziale di leadership attraverso gli IDGs e intraprendete un viaggio verso il benessere personale. Imparate a far girare la vostra "ruota della consapevolezza" e scoprite come questa trasformazione vi permetta di creare un profondo impatto esterno nel modo in cui guidate voi stessi e gli altri.
Quattro interventi:
Collegare gli Obiettivi di Sviluppo Interiore e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per la trasformazione dei team e della leadership
Alla scoperta di come utilizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in combinazione con gli Obiettivi di Sviluppo Interiore per accelerare l'impatto e il cambiamento della società.
Amore, leadership e benessere: sviluppo interiore per l'impegno esterno
Come si collega l'amore alla leadership e cosa significa essere veramente fiorenti, come individui e come comunità?
Partendo dall'autovalutazione del benessere e dell'amore, un'attività esperienziale basata su rigorose scienze sociali e sulla saggezza delle scienze umane, ci ha guidato in un’esplorazione interiore toccante e ricca di emozioni.
Attivismo interiore per attivismo esteriore: come costruire la resilienza tra i giovani leader e perché è essenziale
I giovani attivisti e imprenditori sociali hanno un rischio sostanzialmente più alto di burnout rispetto ai loro coetanei.
Katie, leader dei giovani, ha raccontato come ha formato centinaia di coetanei per far crescere la loro resilienza interiore e cosa ogni leader, indipendentemente dalla sua età, può trarre da questa esperienza.
Tutto è partito con una semplice domanda: come stai?
Girare la ruota della consapevolezza
Dan Siegel, professore clinico di psichiatria, UCLA School of Medicine; direttore esecutivo Mindsight Institute, ci ha guidato in una potente pratica che, se usata regolarmente, rafforza la mente integrando i diversi livelli di coscienza, permettendoci di vivere una vita più resiliente e vitale.
Consapevolezza, integrazione, dialogo, benessere e salute mentale sono condizioni indispensabili per ognuno di noi per avere un impatto generativo e responsabile sul sistema a cui apparteniamo, sia micro che macro.
Tutto parte da qui… il primo atto di leadership è guardarsi dentro, prendendo contatto con le proprie vulnerabilità e il proprio potenziale.
A volte faticoso, come questa giornata, emotivamente coinvolgente e dolorosa. La condivisione delle biografie altrui risuona in noi, rievoca le nostre gioie e le nostre pene.
Siamo umani, molto umani, a volte lo dimentichiamo…
Make it Matter. Accelerating towards Sustainable Solutions through The IDGs – Myriam Ines
Se vogliamo creare un futuro più sostenibile per noi stessi e per il pianeta, dobbiamo riconnetterci con il mondo in cui viviamo.
In questo track abbiamo esplorato come usare concretamente la nostra capacità di cambiare le carte in tavola per un futuro più sostenibile, abbiamo ascoltato e condiviso esperienze in corso e abbiamo sperimentato come usare tutti i nostri sensi attraverso una esperienza guidata di pranzo consapevole e una passeggiata meditativa di riconnessione con la natura per trarne nuova linfa vitale e nuova ispirazione.
Questo un piccolo diario della giornata.
Con Patrik Hambraeus, Learning Developer della Berghs School of Communication di Stoccolma (dove eravamo ospiti) abbiamo esplorato, attraverso l’esperienza realizzata con gli studenti della Scuola, un approccio action-based allo sviluppo interiore.
Interessante il punto di consapevolezza iniziale favorita negli allievi: “You are not here to receive an education but to claim an education” . Uno stimolo potente all'assunzione di responsabilità in prima persona – e reciproca - sia di chi intraprende il percorso di apprendimento sia di chi lo disegna.
Poi una modalità di facilitazione dell’apprendimento che utilizza il microapprendimento sostenuto da una specifica app e la riflessione individuale quotidiana e di gruppo con cadenza settimanale.
Ne è emerso un approccio che aumenta la consapevolezza, dà potere agli studenti e motiva un cambiamento trasformativo, il tutto nel contesto delle infinite opportunità di sviluppo delle competenze offerte dalla vita quotidiana.
E un elemento molto interessante sottolineato è che, quando parliamo di sviluppo personale, giacchè il movimento dell’apprendere è inside-out e siamo tutte persone uniche, non può esserci una definizione standard della skill che si vuole sviluppare e allenare ma, preliminarmente, è necessario darsi una definizione personale: “Che cos’è per me ……?”
Il secondo momento dal titolo Transforming Systems è stato guidato da Solveig Zophoniasdottir, Learning, Capability & Impact Orchestrator, EIT Climate KIC e Tom Pruunsild, Systems innovation Learning Partnership, SIDA.
Qui l’esperienza condivisa è stata quella condotta nel EIT Climate KIC, il programma Knowledge and Innovation Community (KIC) sostenuto dal European Institute of Innovation & Tecnology nell’ambito delle strutture dell’Unione Europea. Il programma lavora per accelerare la transizione verso una società a zero emissioni di carbonio e resiliente al clima.
Per questo i partecipanti – tra i quali i due speaker – favoriscono la trasformazione incentrandosi sulla trasformazione dell'economia, delle società, degli ambienti urbani, dell'uso del territorio e delle regioni, delle comunità locali e delle catene di valore industriali perché, attraverso l'innovazione, possano raggiungere una rapida decarbonizzazione e la resilienza climatica.
Le qualità di leadership e le capacità individuali e collettive necessarie per svolgere questo tipo di lavoro consentono di affrontare il profondo disagio del cambiamento al ritmo e sulla scala necessari, di sostenere la resilienza personale e di creare le condizioni per la creatività e la speranza.
Sono state illustrati diversi modelli e metodologie utilizzati, tra i quali un modello che conosciamo bene, la matrice Cynefin e la nostra amata Theory U, la metodologia in base alla quale noi di Bottega Filosofica disegniamo la maggior parte delle nostre proposte.
E’ stata una bella sensazione quella di trovarsi ‘a casa’ con la consapevolezza di offrire ai nostri clienti modelli, metodi e strumenti considerati avanzati ed efficaci a livello globale e di abbeverarci a letture comuni.
La terza testimonianza è stata molto suggestiva.
Louise Lindén, Head of Innovation, LiveGreen Festivals & Academy ci ha raccontato come, di fronte alla sfida di parlare di sostenibilità e di comportamenti sostenibili alle persone ‘comuni’ la soluzione provata con efficacia sia stata quella di far sperimentare il nuovo all’interno di eventi molto pop come eventi sportivi e festival musicali.
Una conferma di quanto ascoltato in molti altri interventi: per creare un futuro migliore, dobbiamo prima immaginarlo.
I rapporti di ricerca possono aiutarci a capire cosa sta succedendo, ma ciò che veramente accende il nostro impegno sono la cultura, l'arte e le storie.
Il settore creativo può aiutarci a sfidare lo status quo ed essere un terreno di gioco per l'innovazione sociale, aiutandoci a creare una speranza collettiva e a trasformare l'immaginazione radicale in qualcosa di molto concreto per persone anche culturalmente molto distanti da noi.
Ora di pranzo: Thomas Legrand, Lead Technical Advisor della Conscious Food Systems Alliance (CoFSA) delle Nazioni Unite ci ha guidato in una esperienza di “Mindful Lunch”.
Anche questa una proposta che anche noi facciamo talvolta nei nostri workshop e retreat.
Mangiare in modo consapevole, infatti, ci aiuta a connetterci profondamente con il nostro cibo e con la Terra, favorendo lo sviluppo di una abitudine a un'alimentazione sana e sostenibile. Attraverso questa pratica, inoltre, possiamo coltivare le nostre capacità interiori che attivano il cambiamento sistemico e la rigenerazione.
Il pomeriggio è stato interamente dedicato a condividere e scambiarci pratiche tra i presenti su come lavorare a stretto contatto con la Natura per imparare a navigare in un mondo sempre più complesso.
Questa ultima sessione è stata guidata da Andres Roberts, CEO & founder del Bio-Leadership Project che ci ha narrato l’esperienza condotta nell’ambito del Wales Transition Lab, un percorso di sviluppo della leadership che facilita la riconnessione agli ecosistemi stringendo un rapporto più stretto con la Natura.
Anche noi partecipanti, poi, abbiamo goduto di una esperienza immersiva all'aperto, per connetterci con la Terra e ri- ‘sentire’ le nostre responsabilità verso di essa e le generazioni future.
Si tratta di un'esplorazione e una riflessione indispensabili che ci fanno percepire e comprendere la necessità irrimandabile di una transizione cruciale, che pone la Natura al centro dello sviluppo umano, puntando a una maggiore resilienza e consapevolezza sistemica.