Storie di coaching per lo sviluppo personale

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Tante storie di coaching, tutte simili per il loro essere sempre 'B coaching' ma diverse perché diverse sono le persone e sempre uniche.

A loro abbiamo offerto il nostro intervento sempre personalizzato ma scegliendo tra le diverse opzioni che le nostre esperienze e l'attitudine spiccata al design e alla sperimentazione di cose nuove ci ha permesso di progettare.

Le raccontiamo proprio legandole ai 'prodotti' che abbiamo utilizzato.

Pocket coaching TM

Per Paola non c'è niente in particolare di cui essere scontenta ma... si sente tristissima e anche un po' ridicola. "Con tutti i problemi che ci sono in giro - pensava - ci vuole proprio un bel coraggio a lamentarsi". Tra l'altro Paola studia e vive all'estero. Si sente una privilegiata, ma questo la tiene lontana dai suoi amici romani e anche da tutti i suoi punti di riferimento.

Una comune amica le ha detto: "Ma perché non ti metti in contatto con loro? Hanno una sensibilità particolare (filosofica, la definiamo noi, ndr.), hanno sviluppato un modo di fare coaching a distanza molto divertente, efficace e, tutto sommato anche economico. Sentile!" Così ci ha scritto e abbiamo cominciato il nostro Pocket coaching.

Ecco uno stralcio del suo feedback "Per la mia generazione, sentirsi persi è la norma e questo coaching può aiutare a capire che c'è invece molto da trovare e che possiamo e dobbiamo essere 'presenti' a noi stessi e agli altri. Lavorare su di me con i vostri materiali è stato utilissimo, divertente, semplice e comodo. E poi, dopo ognuna delle nostre chiacchierate, mi sono sempre sentita energica, quasi esaltata, e con una gran voglia di agire".

Approfondisci il nostro Pocket coaching TM

Agile Transition coaching TM

Anna Maria (nome di fantasia) è una vecchia socia di Spazi dell'anima. Qualche anno fa si è rivolta a noi per essere supportata in una fase di lavoro piuttosto difficile e che, comunque le dava ansia, la faceva sentire poco capace e le aveva fatto perdere la sua abituale serenità. Era arrivato un nuovo capo e tutto stava cambiando ma lei, nella nuova situazione che si andava configurando, non vedeva proprio niente di buono. "Questo cambiamento lo sto proprio subendo. Mi vedo chiusa e senza speranza. Non so proprio come fare, so solo che devo fare qualcosa, ma cosa?"

Le abbiamo proposto il nostro Agile Transition coachingTM e abbiamo avviato i nostri incontri. Gli esiti sono stati rapidi e sorprendenti. AnnaMaria, infatti, lavorando nei primi incontri con noi ha intravisto altre possibilità da esplorare nel suo contesto, altre strade da percorrere e ha cominciato a fare i passi necessari per cambiare struttura. Il caso ha voluto che nella sua organizzazione ci fosse un'accelerazione e lei ha potuto ottenere un trasferimento lampo. L'abbiamo poi affiancata ancora nel primo periodo per sostenerla nel ricreare, nel nuovo ufficio, una situazione in cui stesse a suo agio.

Filippo è il figlio di un amico di un nostro socio (quanto funziona il passaparola nel nostro lavoro!) al quale lui consiglia di rivolgersi a noi per avere un sostegno nella scelta della facoltà universitaria dal momento che era molto confuso, stressato e stava perdendo tempo prezioso. Ci conosciamo e i suoi genitori decidono di regalargli un percorso di Agile Transition coachingTM che noi sappiamo essere molto efficace anche nelle transizioni scuola-università e scuola-lavoro oltre che in quelle da lavoro a lavoro e in tutti gli altri casi.

Gli incontri con Filippo sono stati, a detta sua, estremamente utili soprattutto per comprendere, senza pressioni dall'esterno, che una certa fase della sua vita era ormai finita e che era venuto il tempo di una scelta adulta e determinante che non poteva subire delegandola ad altri, fossero stati anche i suoi genitori.

La  transizione che Filippo ha riconosciuto di dover fare, prima ancora che quella dalla scuola all'università, era quella dall'adolescente al giovane adulto capace di interrogarsi su cosa volesse veramente e su come gettere le basi per realizzarlo.

Ora Filippo non è ancora all'università. Ha deciso di fare un'esperienza di studio e lavoro all'estero per un periodo, per essere più sicuro delle proprie scelte. Lo abbiamo supportato anche nel comprendere come attuare questo nuovo programma.

Approfondisci il nostro Agile Transition coaching TM

Instant coaching TM

Francesca è un'amica personale di una di noi. Un giorno la chiama piuttosta angosciata: "Mi hanno fatto una proposta di lavoro interessante. Mi piace, risponde a un mio desiderio, non dovrei avere dubbi ma, non capisco proprio perchè, mi sento tanto confusa e non riesco a decidere. Potete fare qualcosa per aiutarmi a chiarirmi le idee? Avrei bisogno di un consiglio professionale, da un coach, da un counselor, da qualcuno competente. Ma non credo di potermi rivolgere a voi in una maniera 'spot'".

Un'altra storia è quella di Alberto. Anche lui è arrivato da noi con un passaparola. La sua questione: "E' appena iniziato l'anno scolastico e mio figlio anche quest'anno andrà a nuoto. Io vorrei tanto farmi carico di accompagnarlo e prendermi cura di questa cosa ma ho tante paure. Come la prenderà mia moglie? Si sentirà esclusa? Si fiderà di me? E se poi capita che per motivi di lavoro non ce la faccio? Mio figlio non rimarrà deluso? E mia moglie? E mia madre, chi la sente! Però non mi va nemmeno di rinunciare. Finisce sempre così, ma questa volta vorrei che fosse diverso. Mi sembra un po' stupido rivolgermi a voi per una questione così piccola ma invece magari mi aiutate!".

Due storie molto diverse ma un bisogno simile e comune a tanti (anche a noi stesse). E a entrambi diciamo di non preoccuparsi, siamo qui apposta, per sostenere le persone anche per cose molto piccole, anche per un incontro solo, anche al telefono, anche su Skype. Possiamo dare il nostro contributo professionale anche in una sola sessione e la nostra formazione filosofico-sistemica è molto adatta per supportare le persone nell'esplorazione delle questioni poco chiare. E così abbiamo fatto.

In una sola sessione una delle coach di Bottega Filosofica ha aiutato Francesca a esplorare tutti gli aspetti in questione nella proposta di lavoro, anche quelli non immediatamente visibili e a valutare con metodo i pro e i contro delle diverse decisioni possibili. Lei si è sentita subito più serena e ha potuto poi fare la sua scelta con maggiore consapevolezza e distacco.

Con Alberto abbiamo riflettuto sui suoi timori ed elaborato una piccola strategia e anche una 'exit strategy' (qualora fosse stata necessaria) che gli desse più coraggio per fare una cosa che desiderava profondamente.

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Mamma Smart coaching TM

Elisabetta, 30 anni, figlia di un'amica di Elena, una nostra amica, un lavoro che le piaceva e le dava soddisfazione e una figlia arrivata da poco più di due mesi. Confidandosi con Elena, le aveva confessato che da quando era nata Serena davvero niente era più come prima e le sembrava di non essere più capace di fare niente: tutti pronti a darle consigli su come comportarsi con la bambina che lei spesso percepiva come giudizi (su cosa? ma sulla sua inadeguatezza, naturalmente!).

Anche con Marco, talvolta, si creavano delle nuove incomprensioni, lei si sentiva sempre brutta, stanca e disordinata e quando lui le diceva che era bellissima le suonava come una presa in giro. Tra l'altro possibile che non capisse che ora, con la bambina, tutte le sue energie erano altrove? "Ma come si fa, dopo una giornata tutta dietro a Serena e ai suoi bisogni, a sentirsi ancora vive e capaci di desiderare qualcosa che non sia dormire poche ore prima di ricominciare?"

Per non parlare del lavoro! Fino a quando aveva partorito in fondo era rimasta abbastanza in contatto con il lavoro - mail, skype, telefono aiutano molto - ma adesso? Come si fa? Mica si riesce a tenere la testa al lavoro tra una poppata e l'altra! "Ho anche una gran paura che, quando tornerò, le cose siano cambiate o comunque cambino. Io non avrò più la disponibilità di prima e sicuramente non mi consideranno più 'in carriera' per un po', sempre ammesso che non mi mettano da parte per sempre, con tutte i colleghi e le colleghe senza figli che ho intorno! Insomma è come se avessi bisogno di una 'remise en form' totale" aveva detto Elisabetta a Elena, sorridendo ma non  troppo.

Elena ci ha telefonato per chiederci un consiglio su come aiutarla un po' pensando alla grande esperienza che, noi professioniste di Bottega filosofica, abbiamo maturato nel tempo gestendo programmi di accompagnamento alla e post maternità in grandi aziende e percorsi di sviluppo per le donne.

Ed è qui che ha scoperto che avevamo deciso di metterla a frutto anche in percorsi non aziendali all'interno di Spazi dell'anima progettando un percorso di coaching - sostenibile, accessibile e personalizzabile - per le neo mamme. Così ha pensato di regalarlo a Elisabetta, in un momento in cui tutti pensano a fere regali alla bambina, lei ha deciso di prendersi cura della mamma!

Per Elisabetta è stato un grande stimolo a prendersi un po' cura di sé e non solo della bimba e, incontrandoci a distanza sulla piattaforma Zoom negli orari che a lei erano più comodi, abbiamo fatto con grande gioia, il nostro lavoro insieme.

Ecco il suo feedback: "Elena è stata meravigliosa a farmi questo regalo. Il percorso mi ha dato tantissimo, è stato leggero e divertente, mi ha aiutato a rimettere in ordine i pensieri e ha recuperare la fiducia in me stessa che si era un po' appannata, a vedere tutti gli aspetti positivi dell'essere mamma anche con riferimento al lavoro, a painificare serenamente il mio rientro al lavoro e anche a gestire questa fase in maniera strategica così da migliorare, addirittura, la mia situazione professionale. E in fondo prendendomi cura di me..... mi sono presa cura di tutti, anche di Marco, di Serena e del mio lavoro!"

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Consulenza esistenziale

Myriam Ines incontra Roberta la prima volta perché si era iscritta al corso di Storia del pensiero filosofico presso la Scuola di filosofia di Spazi dell'anima. Se la trova lì alla fine di una delle lezioni e si presentano reciprocamente. Roberta le dice: "Mi siete venuti incontro, una notte ero inquieta, avevo desiderio di cambiamento ma pensavo mi mancassero gli strumenti per affrontare una riflessione seria e allora ho pensato: se almeno avessi studiato filosofia............ E così l'ho digitato su Internet e vi ho trovato. Proprio quello che mi serviva".

Il suo problema è che vorrebbe cambiare lavoro ma non sa veramente in che direzione andare, da chi farsi aiutare, che possibilità reali ci siano per lei, forse dovrebbe essere aiutata "ma non so neanche io da chi...." dice. Myriam Ines le propone un incontro gratuito per approfondire.

Roberta ha 40 anni, è una bella donna, magra, molto curata nell'abbigliamento, nel trucco e nei capelli. Ha uno stile molto alla moda, i tacchi alti e un abito che mette in risalto i suoi punti di forza. Ha un viso dolce e lo sguardo limpido, a tratti un po' malinconico, ma sembra sforzarsi di non mostrarlo. Il lavoro di consulenza esistenziale è cominciato dal tema lavoro ma ha fatto presto a scivolare sul personale perchè, in effetti, la sua crisi è 'sistemica'.

Roberta ha una storia familiare e personale difficile e di sofferenza in cui, come dice "Venivo costantemente messa alla prova, da tutti. Mi sono allenata per anni, quindi, a non rilassarmi mai e a compiacere quelli a cui volevo bene per non perdere il loro affetto". E in effetti, andando avanti negli incontri, l'esplorazione che viene fatta fa emergere che  questo è esattamente lo schema di relazione che ripropone con tutti sul lavoro, nell'amore, ancora in famiglia e con le amicizie a cui tiene.

Ora se ne sente logorata. "Sono stanca della vita che faccio e dell'immagine di me che mi sono costruita e che gli altri vedono e apprezzano. Vorrei riuscire a colorare, 'smarginare', ricolorare la mia immagine di me. Riuscire a vedere una me diversa, capire se ho altre possibilità - che sento di avere senza essere capace di vederle - e capire come fare per darmele".

E insieme ci siamo riuscite. Attraverso un percorso di qualche mese, intervallato da un importante momento di volontariato in Africa, Roberta ha completamente cambiato il suo modo di relazionarsi con se stessa, con gli altri, con il lavoro e con il mondo in genere. Ha trovato uno stile personale "jeans e scarpe basse" lo definisce lei. Anche se porta ancora i tacchi, la percezione, a fine percorso, è di una persona molto più autentica e a suo agio nella vita.
Il suo feedback: "Sento di aver fatto un lungo e importante cammino sulla via della scoperta di chi sono veramente e soprattutto di qual è il mio progetto di vita. Ho affrontato sistematicamente e con determinazione molti dei pesi che mi opprimevano per vederli nella loro vera luce e potermene liberare anche attraverso il perdono. Non importa che le persone interessate abbiano compreso quanto mi hanno fatto male, non mi importa che mi chiedano scusa, ciò che mi importa davvero è lasciarle indietro senza né rimpianti né rancori e non farmene più condizionare".

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