Linguaggio, pensiero e relazioni

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Il linguaggio è una delle capacità fondamentali della vita umana.

La capacità di utilizzare il linguaggio ci permette di comunicare, esprimere pensieri e idee, interagire con le persone e comprendere il mondo che ci circonda.

Il linguaggio, quindi, non è solo uno strumento di comunicazione ma è anche un mezzo fondamentale per la costruzione del pensiero e della società.

Secondo Wilhelm von Humboldt, importante filosofo e linguista tedesco ottocentesco, il linguaggio è un'attività creativa e dinamica, che riflette la struttura della mente umana e la sua capacità di creare significati. Non è, quindi, un semplice riflesso della realtà e neanche un semplice strumento per esprimere pensieri già formati, ma è un'attività creativa che ci permette di creare significati e di esprimere pensieri e idee.

Il concetto di linguaggio è stato oggetto di studio da parte di numerosi filosofi nel corso dei secoli, che hanno cercato di comprendere la natura del linguaggio, la sua relazione con la realtà e la sua importanza per la vita umana. La filosofia del linguaggio, esplorando questi aspetti, offre una finestra unica sulle connessioni profonde tra parole, pensieri e mondo esterno.

Partiamo quindi per il nostro viaggio ideale e arbitrario attraverso i secoli per condurre la nostra esplorazione con il consueto intento non di essere esaustiva e dettagliata ma, piuttosto, di aiutare a comprendere, anche attraverso l’evoluzione del pensiero sul tema specifico, qualcosa di utile per il nostro vivere contemporaneo nella società e nelle organizzazioni.



Platone e Aristotele, le radici antiche del linguaggio

Platone, nel suo dialogo "Cratilo", indaga il rapporto tra i nomi e le cose che questi rappresentano, proponendo un dibattito ancora attuale sulla natura del linguaggio: è per sua natura legato alle cose che descrive, o è un prodotto di convenzioni?

Per Platone i nomi riflettono una forma di verità più profonda e il linguaggio ha un ruolo essenziale nella comprensione delle forme ideali, le realtà ultime oltre il mondo sensibile.

Aristotele nel "De Interpretatione" (Peri Hermeneias) si  interroga sulla relazione tra parole e concetti, e sulla funzione comunicativa del linguaggio. Il linguaggio è un'attività unica dell'essere umano, che ci permette di esprimere pensieri e idee, di comunicare con gli altri e di comprendere il mondo che ci circonda.

Le parole sono simboli che rappresentano i concetti nella mente umana, la comprensione del linguaggio dipende dalla nostra capacità di associare le parole ai concetti corrispondenti. La semplice emissione di un suono non è linguaggio: questo nasce nel momento in cui a quel suono si attribuisce un significato che rimanda a una realtà.


Il linguaggio nel pensiero contemporaneo

Nella linguistica e nella filosofia del linguaggio moderne il linguaggio è studiato come complesso di strutture cognitive, convenzioni sociali e atti interattivi che rendono possibile la comunicazione efficace tra gli esseri umani.

Le teorie di Saussure, Chomsky, Wittgenstein e Austin offrono diverse prospettive che ci aiutano a comprendere come il linguaggio funzioni come un mezzo essenziale per condividere informazioni, emozioni e intenzioni. Comprendere queste dinamiche è fondamentale non solo nella vita quotidiana ma anche in contesti professionali, educativi e interculturali, dove il successo della comunicazione può dipendere dalla nostra capacità di usare il linguaggio in modo consapevole e appropriato.


Ferdinand de Saussure e lo Strutturalismo

Ferdinand de Saussure, considerato il padre della linguistica moderna, ha introdotto il concetto di "linguaggio come sistema di segni" che si basa sulla relazione tra un significante (la forma fonetica o scritta di una parola) e un significato (il concetto o l'oggetto a cui la parola si riferisce).

Il linguaggio è quindi un sistema di regole e convenzioni, che ci permette di comunicare in modo efficace e di comprendere il significato delle parole che esprimono le idee, con una distinzione fondamentale tra 'langue' (sistema linguistico) e 'parole' (uso attivo del linguaggio).

Secondo Saussure, la comprensione del linguaggio, quindi, richiede uno studio delle sue strutture interne e delle regole che governano la produzione dei significati. Per farsi capire è essenziale condividere lo stesso codice linguistico e la comunicazione dipende da sistemi di segni condivisi e compresi reciprocamente.

Noam Chomsky e la Teoria Generativa

Noam Chomsky, filosofo, linguista, scienziato, docente emerito del MIT di Boston, con la sua teoria della grammatica generativa ha rivoluzionato la linguistica sostenendo che tutti gli esseri umani sono dotati di un "dispositivo di acquisizione del linguaggio" che segue principi universali.

Questa capacità innata facilita l'apprendimento del linguaggio e la produzione di enunciati comprensibili all'interno di una comunità linguistica. Per Chomsky, la capacità di usare il linguaggio in modo efficace e farsi capire è radicata in queste strutture universali della mente umana.

Ludwig Wittgenstein e i Giochi Linguistici

Ludwig Wittgenstein è stato uno dei più importanti filosofi del linguaggio del XX secolo. Il suo pensiero è complesso ma molto importante per la nostra riflessione. Provo a sintetizzare alcuni punti chiave in un modo che spero risulti semplice ma non semplicistico.

Il significato delle parole non è fisso e stabile ma dipende dal loro uso nel contesto comunicativo e dalle regole e dalle convenzioni che governano il loro uso nel linguaggio.

Il linguaggio è un'attività sociale che si basa sulla condivisione di regole e convenzioni tra i parlanti. Secondo Wittgenstein, il linguaggio non è un semplice strumento per esprimere pensieri già formati, ma è un'attività che ci permette di creare significati e di interagire con gli altri.

Il linguaggio non è un riflesso della realtà ma un'attività creativa che ci permette di creare significati e di interpretare il mondo che ci circonda. Il linguaggio, quindi, non descrive semplicemente la realtà, ma la crea attraverso l'uso delle parole.

Nel suo lavoro postumo "Ricerche Filosofiche", Wittgenstein, ha introdotto il concetto di "gioco linguistico", che descrive come le parole acquisiscano significato in specifici contesti di uso. "Il significato di una parola è il suo uso nel linguaggio". Il linguaggio non è un'entità astratta e uniforme, ma è composto da una serie di attività linguistiche concrete, che egli chiama "giochi linguistici".

Un gioco linguistico, quindi, è un'attività linguistica specifica, che si svolge in un determinato contesto comunicativo e segue regole e convenzioni specifiche. Ad esempio, il linguaggio usato in un'aula di tribunale è un gioco linguistico diverso da quello usato in una conversazione tra amici. Ogni gioco linguistico ha le sue regole e convenzioni, che determinano il significato delle parole e il modo in cui possono essere usate.

John L. Austin e gli Atti Linguistici

J.L. Austin, filosofo inglese del XX secolo, nel suo libro "Come fare cose con le parole", ha esplorato il concetto di “atto linguistico”. Il linguaggio non è solo un mezzo per descrivere il mondo, ma anche un mezzo per agire nel mondo. Ogni volta che parliamo, non solo diciamo qualcosa, ma facciamo anche qualcosa. Questa azione linguistica è ciò che Austin chiama "atto linguistico".

Un atto linguistico consta di tre parti:

  • Locuzione (struttura ed enunciato)
  • Illocuzione (obiettivo, intenzione comunicativa)
  • Perlocuzione (effetto dell'atto linguistico sull'interlocutore).

Per Austin il significato di un'espressione linguistica non dipende solo dal suo significato convenzionale, ma anche dalle intenzioni dell'oratore, dalle convenzioni sociali e dalle circostanze e del contesto in cui viene usata.

La teoria degli atti linguistici enfatizza l'importanza dell'uso del linguaggio nelle interazioni sociali e nella creazione di significato, non solo quindi per esprimere pensieri ma anche per influenzare l'ambiente e interagire socialmente.


Un pensiero a Tullio De Mauro

Tullio De Mauro è stato uno dei più importanti linguisti e intellettuali italiani del Novecento e io, che ho avuto la fortuna di averlo come relatore della mia tesi di laurea ho sempre guardato a lui come a un Maestro anche di vita, un punto di riferimento prezioso. Mi fa piacere quindi ricordarlo ma ritengo importante anche portare l’attenzione ad alcuni aspetti del suo pensiero che ritengo cruciali quando si parli di linguaggio, soprattutto in momenti come quello attuale in cui si moltiplicano le polemiche ignoranti e strumentali sulle caratteristiche e l’uso della nostra lingua.

La linguistica come scienza sociale

De Mauro ha sempre sostenuto l'importanza di considerare la linguistica come una scienza sociale, strettamente legata alla storia, alla cultura e alla società. La lingua non è un fenomeno astratto e autonomo, ma è il risultato di processi storici, sociali e culturali. La lingua è un patrimonio collettivo, che appartiene a tutti i parlanti e che si modifica e si evolve nel tempo in base alle esigenze comunicative e alle trasformazioni sociali.

La lingua italiana come lingua nazionale

De Mauro ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio della lingua italiana, in particolare come lingua nazionale. Secondo De Mauro, la lingua italiana è il risultato di un processo storico e politico, che ha portato alla formazione di uno Stato nazionale e di una cultura nazionale. La lingua italiana è una lingua pluricentrica, che si è sviluppata a partire dai dialetti regionali e che ha assorbito elementi da diverse lingue e culture.

L'importanza dell'educazione linguistica

De Mauro ha sempre sottolineato l'importanza dell'educazione linguistica come strumento di emancipazione sociale e culturale. Secondo De Mauro, la conoscenza della lingua italiana è un diritto fondamentale di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro provenienza geografica e sociale. L'educazione linguistica deve essere finalizzata non solo alla padronanza della lingua, ma anche alla comprensione dei processi comunicativi e alla consapevolezza critica del proprio uso della lingua.


Filosofia del linguaggio e vita quotidiana

È facile comprendere quanto ciò che abbiamo brevemente richiamato sul piano della teoria abbia delle implicazioni molto concrete per la vita quotidiana degli esseri umani in diversi ambiti.

Linguaggio e comunicazione efficace

La comprensione del linguaggio come attività sociale e creativa, e l'importanza del contesto comunicativo e dell'uso delle parole nel determinare il significato, possono aiutarci a comunicare in modo più efficace con gli altri. Se siamo consapevoli delle regole e delle convenzioni che governano il linguaggio in diversi contesti comunicativi, possiamo adattare il nostro modo di comunicare per essere più chiari e comprensibili.

Linguaggio e comprensione interculturale

La consapevolezza della diversità linguistica e culturale, e l'importanza della preservazione della diversità linguistica come parte integrante del patrimonio culturale dell'umanità, possono aiutarci a comprendere meglio le culture e le lingue degli altri. Se siamo consapevoli delle differenze culturali e linguistiche, possiamo evitare fraintendimenti e malintesi, e costruire relazioni interculturali più positive.

Linguaggio e sviluppo del pensiero critico

La comprensione del linguaggio come attività creativa e interpretativa, e l'importanza del contesto comunicativo e dell'uso delle parole nel determinare il significato, possono aiutarci a sviluppare il pensiero critico. Se siamo consapevoli delle regole e delle convenzioni che governano il linguaggio, possiamo analizzare criticamente il linguaggio usato dagli altri, e valutare la validità delle argomentazioni e delle affermazioni.

Linguaggio e sviluppo della creatività

La comprensione del linguaggio come attività creativa, e l'importanza dell'uso delle parole nel creare significati, possono aiutarci a sviluppare la nostra creatività. Se siamo consapevoli del potere creativo del linguaggio, possiamo usare le parole in modo più creativo e innovativo, per esprimere pensieri e idee originali.